Diamola per sicura la terza ondata, dopo il tana liberi tutti di questi giorni (e se continua così).
Com’era sicura la seconda ondata, dopo l’estate e mentre in troppi, sedicenti luminari e politici, ancora negavano persino l’evidenza.
E diciamo pure che il Governo ha sbagliato a lasciare che si tornasse alla zona gialla, proprio adesso, proprio nei luoghi dove gli assembramenti sono pressoché inevitabili, per condizioni strutturali e per esperienza.
Perché purtroppo, a fronte di una maggioranza di persone che si auto limitano, che rispettano regole, loro stessi e gli altri, siamo costretti (di nuovo) a registrare migliaia di italiani, in tutto il Paese da nord a sud, accalcarsi nei centri commerciali, nelle vie dello shopping e nei locali della movida.
Superficiali, ha ragione Gino Strada.
E’ questo il punto preciso.
Decenni di turbo consumismo ci hanno trasformato alla radice e reso meno capaci di discernere.
E allora il punto non è più la repressione della libertà, alla quale in troppi hanno rinunciato da tanto tempo, ma confonderla con la sfrenata necessità di acquistare e festeggiare.
E allora il punto non sono i nostri cari, ma il cenone coi nostri cari, il punto non è il natale ma i regali di natale.
Ed è tristissimo, perché c’è troppa gente che ha perso la vita, la famiglia, il lavoro.
Bisognerebbe semplicemente fare in modo che questa cosa passi e non ripeta mai più.
E basterebbe evitarli, i luoghi che iniziano a sovraffollarsi.
E pazienza per lo spritz, lo shopping e i cenoni.
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