Covid19. Verrà il momento di tornare in pista, sia su quella da sci che su quella da ballo

DI MICHELE PIRAS

Sopra la fila degli sciatori, uno scatto realizzato mentre si precipitava già tutti nella seconda ondata del Covid19, poche ore prima del Dpcm che oggi regola le nostre vite.

Sotto la fila delle ambulanze al Pronto Soccorso, uno scatto ormai quotidiano, purtroppo consueto, che descrive bene l’emergenza e la condizione di tremenda insufficienza del nostro Sistema Sanitario.
Infine 50mila.
È il numero dei morti per Coronavirus (o con il virus, ma poco importa anche questa oziosa e sterile polemica).
Non ironizzo sulla condizione di difficoltà che attraverseranno gli operatori del settore turistico e sciistico, così come non ironizzo sulle difficoltà che stanno attraversando baristi e ristoratori.
Va però ricordato che proprio in nome delle medesime difficoltà, in tante regioni compresa la mia, questa estate si è prodotto il disastro che stiamo vivendo oggi.
Di fronte a un allarme che non si placa, al dolore di tantissime persone e famiglie, ai lutti e alle sofferenze, agli intubati e ai pazienti abbandonati in casa, bisogna porre un freno a ogni situazione di potenziale rischio, a ogni forma di assembramento.
A partire da quelli che si sviluppano esclusivamente per irresponsabilità o per quel senso di immortalità che ha già causato troppi danni, in tutto il Paese.
Dobbiamo tenere la guardia alta.
E ciò che non è strettamente necessario è giusto vietarlo.
Verrà il momento di tornare in pista, sia su quella da sci che su quella da ballo.
Il momento non è ancora questo.
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