Cristina Cassar Scalia, L’uomo del porto

DI MARIO MESSINA

La legge non scritta dell’emigrante vuole che, trascorso un certo periodo di allontanamento dalla terra natìa, si cerchino espedienti per ristabilire un contatto con le origini.

Che siano le ambientazioni cinematografiche o quelle letterarie, ogni occasione diviene buona per sfogliare “l’album dei ricordi”.
Nasce, così, in questa ottica, da parte del sottoscritto, l’acquisto di questo testo integralmente ambientato a Catania.

Un giallo che attraversa la città nei suoi snodi salienti e caratterizzanti.
Il centro, il porto, i pub, la pescheria, la fama dei quartieri popolari.

La storia si dipana con piacevole gradualità senza quegli inspiegabili colpi di scena che a volte caratterizzano i gialli.

Tassello dopo tassello, l’indagine avanza e il ricorso all’espediente del doppio binario di indagine fa sì che l’interesse del lettore rimanga vivo.

Il personaggio della protagonista è ben definito nelle sue caratteristiche essenziali e nei suoi dilemmi esistenziali presentando una normalità che spesso non si ritrova in altri classici del giallo o del noir dove l’investigatore presenta comportamenti sui generis.

Si pensi alla mania di bruciare libri già letti che ritroviamo nel Pepe Carvalho di Manuel Vasquez Montalban.

Il romanzo si inserisce astutamente, dal punto di vista commerciale, in quel filone letterario che con Camilleri ha avuto la sua massima consacrazione.
E questi echi sono evidenti in più circostanze.

Il testo risulta, così, frequentemente integrato da termini dialettali siciliani che danno colore al linguaggio instillando una ulteriore dose di curiosità.

L’ emigrante dell’incipit vedrà così appagata la sua voglia di immersione nella lingua dei nonni ma si troverà, al contempo, costretto a chiedersi quanto questo uso, talvolta massivo, venga facilmente assorbito da chi catanese non è.

Domanda legittima e dovuta visto il fastidio in passato provato dal sottoscritto nel leggere un romanzo del cantautore Francesco Guccini infarcito di termini propri del suo idioma regionale.

A proposito di echi cammilleriani è inevitabile registrare come il personaggio di Nunnari, assistente della protagonista, trovi nel celebre personaggio di Catarella un omologo assumendone persino le impacciate modalità di ingresso in stanza (si veda pag. 33).

Un altro appunto da non tralasciare a proposito della costruzione della frase è quello fortemente stereotipato dell’ inserimento del verbo a fine affermazione.

Il famoso “montalbano, sono”, per intendersi; se non si vuole scomodare l’ intera filmografia di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, ovviamente.

Un aspetto che non esiste nella odierna realtà dei fatti e che sembra strizzare l’occhio a quella immagine macchiettistica che l’italiano ha del popolo siciliano.

In questa stessa ottica, secondo me, va interpretato pure l’ossessivo ricorso, in ogni pagina, ai riferimenti culinari.
Una elencazione, è proprio il caso di dire, bulimica.

Ad onor del vero i siciliani hanno un rapporto privilegiato col cibo ma l’effetto che si ottiene è che non si riesca quasi a vivere senza prima aver avuto un piatto davanti. Da questo punto di vista una sforbiciata a questi continui rimandi sarebbe stata preferibile.

Per concludere, visto che il libro ne è privo, da buon emigrante che si è divertito a rinverdire il proprio dialetto, ho ritenuto utile costruire un piccolo glossario per chi lettore siciliano non è.

Santiare/bestemmiare
Camurrìa/fastidio
Pezzo di fango/persona cattiva
Zito/fidanzato
Mischinazzo/poverino
Fitusi/sporchi
‘Nzivusu/unto, che macchia
Carusi/giovani
Macàri/anche
Chiangiri/piangere
Scafazzato/schiacciato
Annacare/dondolare
Ingutta/insistente
Trasiri/entrare
Accattatu/comprato
Appizzava/rovinava
Curtigghi/pettegolezzi
Sdilliriare/vaneggiare
Parrino/prete
Babbiare/scherzare, sfottere
Sgamare/scoprire
Cumannari/comandare
Conzare/condire
A tignitè/in abbondanza
Malacomparsa/brutta figura
Sciarriato/litigare
Affruntato/vergognarsi
Tinto/cattivo
Intrusciata/mal vestita, piena di roba
Dare sazio/dare soddisfazione
Accùra/attenzione
Sciroccata/rincoglionita
Amunì/andiamo
Abbummato/rimbambito
Assittato/seduto
Alluccutu/intontito
Truscia/fagotto

Immagine tratta dal web

 

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità