Cuori cuciti con il filo spinato

DI GIOVANNI DE LUCIA

Eravamo tutti accucciati nella trincea della vita, amori ed amanti. Gli uni a preservare ideali sacri, gli altri a bruciare sogni. Cuori cuciti con il filo spinato e che a differenza degli amori, capaci di attraversare campi di mezze verità, strade di scuri socchiusi, di lampioni agli angoli delle vie del cuore.

Un segnale, un trillo, un fischio e pronti a saltare fuori da quelle buche. Non abbiamo mai avuto divise linde, ma rattoppate come le nostre vite. Però il coraggio di vedere nel buio di tutti i giorni oltre le stelle è sempre stato grande. Siamo quelli che portano una carezza, un abbraccio, un’illusione oltre la disperazione delle vostre notti insonni, pronti noi ad asciugare lacrime come i klinex dispensati nelle toilette di stazioni ferroviarie, dove aspettate passare quell’ultimo treno.

Presi e gettati in un angolo al primo rumore del giorno. Amanti come graffitari di isolati quartieri dell’anima. Eroi del silenzio, militi ignoti senza nomi da ricordare, ma se siete ancora salvi nelle vostre trincee, se avete ancora la vostra divisa linda, se il vostro sorriso è bianco come la neve, se riuscite ancora a sentirvi centro del mondo, è perché uno di noi si è cucito il cuore con del filo spinato e corre contro la vostra disperazione.

Quanti ne sono caduti? Troppi, forse neanche uno, un amante lo è per sempre qualunque sia il suo nome.

Foto dal web

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