DI GERARDO D’AMICO
Io disprezzo i “furbetti”, la compiaciuta e quasi ammirata aggettivazione riservata a chi frega il prossimo: evasori fiscali, timbratori seriali di cartellino, abusatori edilizi e l’infinita compagnia di criminali indegni di essere definiti cittadini.
Io ammiro molto i furbi: quelli capaci di fare la scelta giusta, un po’ per intuito, un po’ per esperienza, un po’ per fortuna.
Facciamoci furbi: salviamoci la vita. In definitiva è l’unico vero bene che abbiamo, quello che ci permette di godere degli altri-l’amore, l’amicizia, il lavoro, i soldi, la casa…- e senza il quale, senza la vita, tutto è perso definitivamente.
Non diamo retta ai pagliacci che parlano di dittatura sanitaria, a quelli che “sono tutti asintomatici”, a chi sostiene che i giovani “tanto non si infettano”: non c’è bisogno di leggersi gli studi su Science o Lancet, guardatevi un telegiornale, parlate con un medico di base, meglio ancora con un infermiere o qualcuno che lavori in ospedale.
Non diamo retta a chi sta soffiando per squallidi interessi di partito sulle evidenti difficoltà di negozianti ed artigiani, chiediamo che il Goveno faccia in fretta quello che ha promesso ovvero indennizzi sul conto corrente immediati, ma lasciare aperti gli esercizi permettendo a chi non vuole proprio capire che la tavolata al ristorante, lo spritz in compagnia sono i momenti in cui il virus festeggia, passando da una persona all’altra vuol dire ritornare ad un lockdown totale in due massimo tre settimane: già adesso l’epidemia è a livello critico, ogni infetto ne contagia 1 e mezzo, già adesso gli ospedali, tutti gli ospedali sono in forte sofferenza.
Chi ci dice che rientriamo in quel 56% di asintomatici, nel caso incontriamo il virus?
Chi ci assicura che potremmo cavarcela con qualche sintomo e via andare?
E se fossimo noi a finire in rianimazione, con un tubo in gola e senza coscienza per giorni e la prospettiva concreta di morte e la certezza che dopo ci saranno mesi di malesseri e problemi respiratori?
E seppure a noi dovesse andare bene, come vivremmo sapendo di aver ucciso nostro padre, nostro nonno, il nostro amico perché gli abbiamo trasmesso il virus?
E se fossimo noi ad aver bisogno di soccorso per un infarto, un incidente in casa o in strada, e non poterlo avere perché gli ospedali sono pieni di contagiati dal coronavirus?
Facciamoci furbi. Salviamoci la vita.
E, al contrario degli spregevoli “furbetti”, col nostro comportamento prendiamoci cura degli altri, i nostri concittadini.
*Immagine pixabay
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