Diario di un ritorno: frammenti di luce

DI GIOVANNI DE LUCIA

Ho deciso di accompagnare il ragazzo verso il suo destino. L’ho trovato accovacciato su un sacco di juta, abbracciato a quattro frammenti di sogno, forse il suo.

Il suo nome, non importa. La sua età? Troppo giovane, ma con una sola grande cicatrice, lunga 36 centimetri, forse metri, decisamente anni.
Sui suoi vestiti schegge di vetro azzurro, riflettevano una felicità persa non per codardia, ma per stupore.

Lo stesso stupore che lo teneva chino su quel sacco di juta, colmo di polvere di cielo.
Quattro frammenti di sogno, forse il suo, ma taglienti come quattro desideri lanciati in un cielo di ghiaccio.
Offrirò al ragazzo le mie vele, solcheremo i tempi che non tornano più.

Proveremo a ricongiungere in un altro mare quei quattro pezzi di sogno, cercando di incollarli con lacrime di luce. Per una volta ancora, lui si specchierà in quell’acqua marina, dopo, io ammainerò con lui le mie vele.

Troppo piccolo questo mare per quattro frammenti di sogno e troppo grande per chi lo ha voluto vivere a pezzi, sperando di usare schegge di ricordi per illuminare la propria solitudine.

Oggi ho visto straziare un sogno ed un ragazzo raccoglierne quattro frammenti. Lo porterò lontano, talmente lontano, che nessuno, ricordandolo, potrà mai più specchiarsi in un’acquamarina.

Foto da Pinterest

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