Disastro Mottarone, tradita la memoria di chi non può difendersi

DI DOMENICO IANNACONE

Ci sarebbero infinite ragioni per stabilire che le immagini del disastro della funivia del Mottarone non andavano trasmesse. Ma basta solo una domanda per fugare i dubbi, semmai ce ne fossero.

Ora che tutti hanno visto quel video in cui 15 persone precipitano nel vuoto, cosa abbiamo aggiunto a tutto quello che già sapevamo ? La risposta è : nulla, non abbiamo aggiunto nulla che già non si sapesse. E allora perché diffonderlo?

E’ bastato che un Tg, uno solo, le mandasse in onda per scatenare istantaneamente il rimbalzo del dolore su quasi ogni testata o sito d’informazione.

A non farsi trascinare in questa rincorsa alla spettacolarizzazione della sofferenza solo pochi, mosche bianche del giornalismo. Qualche giorno fa si è celebrato l’anniversario del Vermicino e in un effluvio di parole di circostanza e mea culpa tutti si sono affannati a ricordare quanto show televisivo ci fosse intorno alle tante tragedie che il nostro paese ha vissuto in questi anni.

Tragedie collettive, lutti, fatti di sangue che avrebbero avuto bisogno di essere metabolizzati in silenzio senza farli diventare cibo di una televisione cannibale.

Invece ci siamo ricascati anche questa volta. Anche questa volta abbiamo tradito la memoria di chi non può difendersi.

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