Disperazione e mancanza di politica: i due volti dell’Italia

Disperazione e mancanza di politica: i due volti dell’Italia

Siamo in un momento in cui servirebbero politica e politici veri. Possiamo giraci intorno come si vuole, ma la nuda e cruda verità è proprio questa e il nostro Paese in questo momento presenta due volti.

Il primo è quello spaventato della gente, che pur di evitare di far mente locale su quanto accade intorno tra pandemie, guerre, aumento dei prezzi, fin quando può si illude di regalarsi una normalità ormai persa da tempo. Un volto, questo, che sta evitando da un po’ di tempo di guardarsi allo specchio, sperando che nel momento in cui dovrà farlo per forza di cose, una luce, seppur flebile, si sarà accesa da qualche parte.

L’altro è quello che dovrebbe rappresentare la politica e la classe dirigente. Dovrebbe, perché i tratti chiamati a caratterizzarne forme e profili sono immersi in una nebbia d’inconsistenza persino difficile a descriverla. Qualcuno, semplificando la circostanza, direbbe che questo è un volto che non c’è; che esiste solo nell’immaginario di chi ancora confida nel sistema per sentirsi meno solo. Ma la cosa non è così semplice.

Il vero nodo della questione è proprio legato a quell’inconsistenza a cui accennavamo prima. La politica nostrana è un qualcosa che corre dietro gli eventi, che cerca di adattarsi alla men peggio agli scenari che vengono a definirsi di volta in volta, che tenta – spesso in modo patetico – di darsi un tono senza averne spessore. Da questo nasce il Governo Draghi.

Un esecutivo che è la negazione stessa dell’idea politica di gestione della res pubblica, qui si è tutti (o quasi) insieme per dividersi un pizzico di potere, illudendosi di potersi caratterizzare in qualche modo ma azzerando nei fatti ogni propria credibilità.

Ma quale governo nato per affrontare le difficoltà del momento! Ci si accorge, in quello che una volta fu un Parlamento vero, che la gente, quella dei marciapiedi, è ormai entrata nel novero delle idee che votare Tizio piuttosto che Caio non fa alcuna differenza? Ci si rende conto che la fiducia in chi rappresenta le istituzioni è ridotta al lumicino e questo senza scomodare alcun sondaggio? Ciò che abbiamo è un Esecutivo partorito per mancanza di progetti politici atti a creare una prospettiva, e allora tutti insieme appassionatamente a far finta di determinare qualcosa confondendo le idee.

Dunque, il dato è maledettamente chiaro: oggi nel nostro Paese non c’è politica! E quel che è peggio è l’idea che si sta sempre più radicalizzando: siamo alla merce di interessi terzi, spesso non individuabili, ma che con le problematiche delle persone comuni hanno poco o niente a che vedere.

Non c’è nulla da fare? No, anche se la strada per cambiare le cose è una soltanto. Smetterla di recitare questa stomachevole pantomima del “dobbiamo sopportarci per il bene comune” e ridare alla gente la possibilità di scegliere a chi affidare la guida per il futuro. Almeno così sapremo chi giudicare e chi guardare come responsabile del disastro o eroe della rinascita. Solo in tal modo scopriremo quali partiti e quali pseudo politici saranno in grado d’indicare una strada e seguirla giocandosi tutto su prospettive chiare e definite.

È finito il tempo delle mezze misure e delle decisioni senza decidere! Si avverta lo stridio della disperazione che striscia tra la polvere delle strade tra cespugli velenosi fatti di crisi economica e paura del domani.

Si prenda coscienza che aspettare ancora significa trascinare nel nulla il Paese conducendo tutti noi verso uno scenario i cui sviluppi fanno paura.

Per una volta, si dia spazio e responsabilità all’unica voce che ancora rimane genuina dalle nostre parti, quella della gente che si alza ogni mattina per cercare di portare avanti se stessi, la propria famiglia e un sistema Paese che forse nemmeno lo merita!

Edoardo Barra per Orizzonte39

 

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