DI ANTONIO MARTONE
Quando venivi da me
Era sempre una festa
Nessuna promessa fra noi
Ci incontravamo per caso
Nel caso soltanto
Riconoscevamo il nostro sovrano
Ci siamo persi
Senza un motivo
Non so quando
E neppure perché
Il caso ci aveva fatti incontrare
E il caso ci ha persi
Il luogo delle nostre carezze
Il tepore delle primavere lontane
È ora soltanto
Montagna spianata dal vento
Di stringere il tempo
L’uomo è convinto
Che il tempo lo morde
Senza un grido lo inghiotte
Non vede
Delle primavera lontane
Solo il Nulla rimane
E ora
Scivolano via le parole
Come polvere di tempo vissuto
Del tuo ricordo
L’aria ora abbraccio
Siamo ombre riflesse e sbiadite
Nell’oblio
Nell’oblio del tempo infinito
(Da tempesta nel borgo, inedito)
Immagine tratta dal web
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