L’autunno è scritto in questa foto, una foto che rilassa, fa riflettere, ti sfiora con le foglie cadenti.
Questo è l’autunno dei poeti, degli scrittori, dei visionari, ed io che poeta non sono, immagino di esserlo.
Basta mettersi a sedere su quella panchina, chiudere gli occhi e concentrarsi sul profumo che emana la natura.
Si aprono gli occhi e si possono contemplare i colori multiformi di ciò che ci circonda: autunno stagione di passeggiate, di funghi cercati e trovati, di lento pensare, di respirare profumi.
Autunno silente, cortese, fatto di gesti pacati, di foglie calpestate, rumori di rami mossi dal vento.
Su quella panchina ci si potrebbe sdraiare e riposare, un breve o lungo riposo prima di continuare a camminare.
Siamo noi che costruiamo i castelli della felicità che possono durare un secondo oppure molto di più, siamo noi gli artefici della nostra vita, siamo noi che possiamo cogliere il meglio che la natura ed anche una stagione ci offre.
Perdiamo del tempo nel cercare l’effimero, l’eclatante e cogliamo solo rumore.
Ci perdiamo nella fila del nulla, dove viene dato valore al niente.
Eppure basta una panchina, un viale con tappeto di foglie cadute, che risorgeranno in primavera per vivere e farci vivere emozioni particolari.
I poeti entrano dentro le foglie, dentro ai raggi di sole, dentro il respiro di bambini, su montagne innevate, oppure camminano sulle onde del mare.
Per essere felici, anche se per poco, bisogna saper scegliere i colori ed i profumi, i libri e le poesie.
Il resto è noia
Immagine tratta dal web
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