Quando si è felici, avviene un’identificazione perfetta fra noi e il mondo. La felicità infatti cancella le distanze: il corpo si espande così come il nostro animo e non è un caso che vorremmo abbracciare chiunque sul nostro cammino.
Accade il contrario nell’esperienza del dolore: se la felicità è sole che dilata, il dolore è freddo che restringe. Quando ne siamo colpiti, il corpo si ritira, la mente si rattrappisce e capita talvolta che il mondo ci appaia lontanissimo.
Se il dolore investe la nostra vita, sentiamo tutt’intera la nostra irrilevanza e quella del nostro destino. Allora, possiamo sentirci superflui, insignificanti – come una particella del mondo ormai usurata e già trasformata in altro da noi, ma senza di noi.
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