Don’t smoke, be free! Non fumare, resta libera!

DI INES GUADAGNINI

Il dottor Dibase finì di leggere il referto, poi alzò lo sguardo e chiese:
“ Lei fuma signora Taldeitali ? “
“ Sì ” rispose la paziente.
“ Beh, allora deve smettere se non vuole aggravare la situazione! “
Lapidario come sempre, il dottor Dibase aveva sganciato la bomba e lei, la signora Taldeitali, non aveva potuto in alcun modo schivarne l’ effetto devastante.

Colta dal panico, il suo primo pensiero fu:
“ E’ impossibile ! Come farò a stare senza le sigarette ? ”, ma immediatamente dopo recuperò una parvenza di lucidità e mise in atto la controffensiva :
“ Ne fumo poche sa dottore, poche al giorno; fumo quelle sottili, le più leggere che ci sono in commercio e poi sa, non lo mando mica tutto giù il fumo… per ogni tiro, mezzo lo butto fuori”.

Rumore di unghie sugli specchi !
Combattuta fra l’essere ragionevole – con la salute non si scherza – e l’ angoscia di doversi privare dell’ irrinunciabile – deve smettere, lei è una donna forte ce la farà, le aveva detto il dottor Dibase – si avviò verso casa sconvolta.
La signora Taldeitali conosceva bene se stessa: poichè era convinta che le parole del medico fossero giuste, non sarebbe mai più stata capace di trasgredire mettendo a rischio la propria salute.

E così, pur sapendo di avere solo poche sigarette, passò davanti alla tabaccheria e non entrò.
Ciò che non sapeva, invece, era come avrebbe fatto a superare la rabbia di dover rinunciare a quell’ unico piacere che concedeva a se stessa. Questa era la vera difficoltà.
Infatti, già molte volte aveva pensato di smettere, ma poi prendeva sempre il sopravvento una sorta di rivendicazione al diritto di avere, come tutti, una piccola soddisfazione personale, lei che spendeva tutta la sua vita per gli altri.

Arrivò a casa.
Prese il pacchetto di sigarette, le contò, erano tre.
Sarebbero state le ultime.
Le fumò una dietro l’ altra, quasi a voler eliminare il più in fretta possibile la tentazione; le divorò, trattenendo a fatica l’angoscia procurata dal timore e dalla certezza che poi “ sarebbe rimasta senza”.
E intanto montava in lei la rabbia per quell’ ennesima rinuncia.
Ne stava facendo già tante di rinunce la signora Taldeitali.

La sua vita, che nel passato era stata felice, ricca di gioie e per nulla noiosa, si avviava ora ad essere segnata da pochi svaghi, qualche preoccupazione di troppo e dispiaceri inaspettati.
Tutto ciò l’aveva resa malinconica e mai del tutto rassegnata a dover trascorrere giornate grigie, prive delle passioni proprie della giovinezza ormai lontana.

Per questo quel sottile filo di fumo , consumato prevalentemente sul terrazzo, scandiva le ore con ritmo sempre uguale come unico, piccolo piacere che concedeva a se stessa. Le teneva compagnia e la consolava di una nuova solitudine interiore, quella che nessuno vedeva e che lei nascondeva volutamente, per pudore o per il timore di non essere compresa.

Dunque, dopo quelle tre ultime sigarette, pianse di rabbia per quella che le sembrava davvero un’ ingiustizia !
Nei giorni successivi si sentì svuotata e ogni volta che il desiderio restava inappagato dovette lottare per non cedere e tenere a bada la rabbia, l’ agitazione, il nervosismo che quella mancanza le procurava.

Poi, inaspettatamente, rialzò la testa.
Comprese di dover compensare la rinuncia con qualcosa di bello e appagante, non c’era altro da fare .
Prese il cellulare e chiamò una sua amica:
“ Andiamo al mare domani ? “
“ Certo, volentieri ! A che ora ci troviamo ?”

Trascorsero una meravigliosa giornata sulla spiaggia. Lungo la riva, con i piedi nell’ acqua, la brezza quasi estiva riempì i loro polmoni di aria pulita. La signora Taldeitali respirò a fondo, decisa a fare pulizia fin nei più remoti anfratti del torace, ma soprattutto nella mente, per riuscire a non pensarci, per dimenticare quella compagna invadente e pericolosa. Decisa a godere di quel profumo di salsedine portatore di vita.
Tornò a casa felice, rigenerata da quella ventata di aria pura.

Scoprì che per tutta quella giornata trascorsa al mare, il desiderio e il ricordo del fumo erano stati relegati altrove, in un mondo lontano e, incredibilmente, persino sconosciuto.
Guardò per un attimo l’angolo vuoto dove fino a qualche giorno prima teneva il pacchetto di sigarette e pensò che sì, alla fine lei sarebbe uscita vittoriosa da quella dipendenza e non perchè fosse una donna forte, ma perchè un po’ alla volta stava riscoprendo il gusto di sentirsi liberata da una schiavitù: era stata in catene e non se ne era mai accorta!

Ed era una sensazione meravigliosa, alla quale non avrebbe più rinunciato.
L’ imperativo era ormai categorico:
Don’t smoke, be free !
Non fumare, resta libera !

Immagine tratta da Pixabay

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