Dopo un’amnesia

DI RICCARDO ANCILLOTTI

 

“E’ la prima volta che viene in ‘analisi’, vero ?”
“Si vede molto, eh !?” sospirò Tania.
Era soprattutto ansiosa, di conoscere il punto di vista di quell’uomo anziano che le stava di fronte.
Sapeva di buono, con quel suo tono pacato, lineare e sicuro della voce.
Non le dava nessun timore, il fatto che potesse comunicarle qualcosa di spiacevole sul suo stato di salute. Anzi, se proprio doveva succedere, quello era il clima più adatto per ricevere una notizia negativa.

“Che lei sappia, in famiglia. Qualcuno ha mai sofferto di piccole amnesie ?” domandò questi..
“I miei genitori, non credo proprio! Sui nonni non saprei..!”
Lui scosse la testa, per poi dire:
“Lei signorina, è una ragazza sufficientemente introversa, da espellere, senza ‘metabolizzarle’, piccole situazioni spiacevoli e dolorose. Per cui il recuperare la memoria di quelle ore, sarà difficilissimo.
Qualunque cosa le sia accaduta in quei momenti, il suo inconscio si è adoperato per eliminarla, perché l’ha collegata ad uno stato di dolore; ‘la perdita momentanea della memoria’.

Questo, però. non significa affatto che le sia accaduto qualcosa di effettivamente ‘doloroso’. Caso mai, qualcosa di ‘doloroso’ ha fatto scattare l’amnesia.
Nel suo caso, può essere stato sufficiente, lo stress derivante dalla responsabilità di accudire suo padre, lavorare e studiare; in contemporaneità.
La sua mente, non è riuscita a metabolizzare, od ‘espellere’ in tempo, tutti gli stati di disagio ‘mentale’ che le si proponevano, per cui, niente di più ‘saggio’; del prendersi un ‘periodo di pausa’ !?… “ spiegò l’anziano medico, “…Questo comunque non vuol neppure dire che lei non ricorderà mai!..” precisò, “..Le ci vorrà tempo!…Dovrà migliorare la ‘sua scorza’, di sopportazione nei confronti dei propri stati di disagio . Solo allora le tornerà memoria di quelle ore!” concluse.

“Allora…lei esclude che ci sia qualche….difetto, nella mia testa?..qualche ‘tara’ ? “
Insistè subito Tania, esternando fino in fondo le sue più inconfessate preoccupazioni: “…Perchè, io dottore, ho la sensazione di non capire più bene cosa mi accade intorno!….Il comportamento degli amici mi appare strano!…E’ come se desiderassero cose diverse da quelle di un tempo…Non li sento più in sintonia con i miei bisogni, desideri…necessità!
Mi rendo però conto, che non sono loro ad essere cambiati, ma io !..Capisce?”
L’uomo annui, ma non rispose. Era un invito a farla proseguire e la ragazza lo fece:
“..Anche mio padre!….Questa sua metamorfosi improvvisa!…Questa sua vitalità. Improvvisamente ritrovata!….?
E’ come se la mia ‘testa’ intuisse il…’divenire di pericoli’!…Non so spiegarlo!?”
L’anziano medico, mutò leggermente l’espressione del volto. Quasi un sorriso:
“Non c’è niente di strano…” disse, “…tutti, abbiamo delle ‘antenne’ che ci permettono, più o meno di intuire in anticipo dei ‘pericoli’.

Questo, non significa che siamo dei ‘veggenti’ e nemmeno che possiamo evitarli! Ma soprattutto, non significa che siano ‘veri pericoli’!
Lo sono, dal nostro punto di vista.
Ad esempio: se suo padre un giorno troverà una nuova compagna, lei vivrà sicuramente la cosa, come una ‘perdita di qualcosa’, ma per suo padre, al contrario, sarà un ‘lieto evento’ !?
La differenza di ‘punti di vista’, o di ‘punti di osservazione’, ci fa dare un valore ‘diverso’ alle cose. Sia che ne siamo coscienti, oppure no !
Non siamo né io né lei a stabilire cosa sia ‘bene’ e cosa sia ‘male’, ma ognuno di noi ha giustamente la sua opinione.
Naturalmente non stiamo parlando di atti criminali! Di delitti contro l’uomo, la società, o il bene comune!?
Questi sono regolati da leggi e regole non scritte di convivenza!
Ma di ‘convenzioni’ ; nichiliste, perbeniste, puritane e così via.
Approcci diversi al modo di vivere quotidiano, che ognuno di noi ha e che delle volte pretendono di ‘omologare’ ogni comportamento.
Ci cadiamo tutti, più o meno, e giudichiamo gli altrui modi di fare.
I timori e le paure che lei prova adesso, probabilmente, ci sono sempre state. Erano inconsce ed un evento ‘straordinario’ le ha solo portate alla luce! ”
Il modo di parlare dell’uomo, si conciliava con la voglia di esprimersi di Tania, la quale sentiva crescere questo suo bisogno di farlo:
“Le parrà strano!..e a me sembra addirittura assurdo, ma delle volte ho la sensazione che la mia vita abbia ‘messo radici’ in un altro posto del mondo.
E’ come se io, stessi vivendo i miei giorni qui, come un osservatore, mentre sto facendo o farò…..prima o poi, qualcosa da un’altra parte!….?” disse.

“Non si sente integrata nella comunità che la circonda ?” domandò lui e lei riflettè qualche attimo, poi annuì.
“Probabilmente l’unico ‘vero’ legame che aveva con ‘questa’ comunità, era sua madre!…Lei era la portatrice delle ‘radici’ sulla ‘terra’ che calpesta ogni giorno, ma l’educazione che ha ricevuto fin da piccola è di stampo ‘paterno’! Cioè di chi si è sentito sempre un ‘immigrato’, fin dalla nascita!…?” spiegò il medico.
“Può darsi!..” fece lei, “Questo vorrebbe dire, che tanto io come mio padre preferiamo sentirci…diversi ?” chiese poi.
“E’ più che un’ipotesi..!” sentenziò rapido, “…Da piccoli, quando si hanno problemi d’inserimento, spesso ci si rifugia in ‘un nostro mondo’. Ci dà protezione!
Un’ illusione!
La verità è che siamo restii ad affrontare la vita per quella che è !”
“Ma mio padre è nato qui e ci vive da cinquant’anni! Possibile che non debba sentirsi a casa sua?” chiese ancora lei.

L’anziano medico, scosse amichevolmente il capo:
“Ognuno di noi si porta sulle spalle la propria storia. Come un fardello che non puoi lasciar cadere per terra! Da piccoli, ci viene tramandata quella dei nostri genitori e la nostra la tramandiamo ai nostri figli, e così via….!
L’essere, troppo affezionati alla nostra, delle volte ci porta a caricare i nostri figli di un ‘fardello’ troppo grande per loro. Così crescendo, non ‘lasciano’ cadere quello che non è ‘loro’ e lo assommano al ‘proprio’.
Vuole sapere quale sarà il risultato? …”.concluse interrogativamente . Al che Tania fece seguire il suo assenso, “…Nessuno può dirlo con certezza! Si può solo affermare che sicuramente ha un effetto su molti comportamenti futuri dell’individuo. Specialmente sulla ‘sfera affettiva’ e sul ‘relazionare’ con gli altri!”
“Allora, mi vuol dire che noi Velasco, ci portiamo dietro qualche…’tara’ ?” esclamò lei a quel punto.
Lui, sorrise rassicurante:
“No. Vuol dire che ‘voi’, avete solo il vostro ‘punto di vista’!
Dovete solo imparare a confrontarlo, più spesso con gli altri! Suo padre, credo non l’abbia fatto abbastanza, fino ad ora!
Lei, invece, fin tanto che c’era sua madre non ne sentiva il bisogno!
Adesso, però, deve darsi….una smossa! Mi dia retta ”…

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