Due- Lacrimosa

DI ELISABETTA DE MICHELE

 

In paese la chiamavano tutti così: Lacrimosa; era sempre lì a lamentarsi, frignare e litigare tra sé e sé. Era una donna sui sessant’anni, robusta e di bell’aspetto. Molti credevano fosse pazza, visti i discorsi che faceva.

Un giorno, però, venne un giovane scrittore e la intervistò per giorni, ore e ore. Dei suoi strani pensieri fece un libro di successo, che tratta con spirto e filosofia del nesso. Forse lo avete letto, o forse ancora no; ve ne lascio un pezzetto, che vi tormenti un po’ :
“ ‘Due’ viene da ‘duello’, che ci sta sempre tra questo e quello. Il braccio destro ha una cosa da fare, quello sinistro lo vuole stoppare; un piede a dritta vuole andare, il suo compagno a manca ha intenzione di stare.

Un occhio guarda dietro, verso lo passato; quell’altro mira il quando che non c’è ancora stato. La mia bocca spesso parla a tradimento: dice il contrario ahimè di ciò che penso. Il duale fa male, se nel mezzo del vero non si sa stare, a causa di fossile memoria arroccata alla torre di controllo; mi è impossibile ora il decollo!

Maometto e la montagna si trovino altrove! un passo per uno senza i problemi del dove. Occidente e Oriente… è una guerra sempiterna, alla ricerca di una pace fraterna, su di un divano che qualcuno ha nomato*, e quivi piango il mio duello contro questo doppio fato. Tira la moneta: materia o spirito? Accomodati amico, e piangi con me, poiché il dolor non va sopito“.


(*”Divano occidentale-orientale” di Goethe) Immagine tratta dal web

 

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