Duemilaventi, un anno da salutare. Al più presto

di Maria Parente

E’ trascorso un altro anno della nostra esistenza, scivolandoci addosso e lasciando non pochi segni sulla nostra anima e nelle menti. Le persone sono cambiate, ognuno di noi non è e non sarà più l’uomo o la donna che abbiamo salutato nell’anno 2019. Certo, non mi riferisco prettamente ad una accezione negativa del termine cambiamento, è ovvio che una parte delle persone si sentirà fortificata, un’altra parte sarà più sensibile, emotiva , diffidente nei confronti del prossimo ed ancora ci saranno persone più o meno motivate, che cambieranno prospettive di vita, per adeguarsi al futuro che sarà. Oramai quasi più nulla è parte del nostro controllo , la fiducia è latente, il prossimo potrebbe essere colui che ci danneggerà e proprio per questo ci risulterà difficile amarlo proprio come noi stessi: anche i Comandamenti si infrangono innanzi al delirio dei potenti, la parola di Dio è vanificata, così come la sua Nascita, oscurata dall’arrivo di un nuovo Messia, il Salvatore terreno, il vaccino. Che, mi auguro, possa rivelarsi la panacea del virus ricorrente.

Il 2020, un anno in cui abbiamo temuto per la nostra incolumità fisica e psichica, giorni trascorsi nella tensione ed anche nella speranza, in cui abbiamo stravolto i nostri progetti e salutato da lontano i nostri cari strappati alla vita terrena durante una pandemia che non ci ha concesso di poterli assistere doverosamente. Insomma, un quadro non proprio da incorniciare ma indelebile per noi tutti che lo abbiamo attraversato. E senza dubbio possiamo affermare che la positività – ripensandoci domani- ci riporterà solo a pensieri tormentati e non ai momenti , pochi e gioiosi, divorati da un anno di paura e terrore. Riflettendo poi, credo proprio di non aver mai visto o eccezionalmente, il popolo così disunito ed agguerrito, avaro e incattivito, gli uni contro gli altri, non per difendere un ideale o chissà cosa di prezioso per cui magari vale davvero scontrarsi, bensì per proteggere un pensiero passeggero, quasi mai concreto, allontanandoci da quei pochi e miseri valori che dovrebbero renderci solidali, fraterni, nonostante pensieri discordanti e contrapposti. Atteggiamenti poco etici che mettono in evidenza quanto la nostra società sia in balìa dell’ignoranza, della cattiveria, della barbarie. A dispetto della civiltà e del progresso.

Non credo che i social ci siano stati d’aiuto, se non per qualche ora di svago e compagnia “costretta” dietro uno smartphone. Cos’altro aggiungere? Cosa ne sarà del 2021? Ancora mascherine, distanziamento e, auguriamoci nel minor tempo possibile di tornare ad abitare nelle nostre vite dopo una lunga pausa di sospensione.

da lanotteonline.it

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