E poi, solo tu…

DI GIOVANNI DE LUCIA

Ti ho incontrato già due volte, la prima erano fiamme, bandiere, i venti di mare sferzavano su vele nere. Eravamo pirati dal profumo dei fiori d’arancio, giovani in fuga tra i vicoli di questa vita.

Ti ho rincontrata, per portarti i colori del grano, tornavo da un viaggio con la speranza di regalarti il perché di queste rughe, con il cuore come la tua più grande falesia sul mare.

Poi nuovamente via, sai il grano nasce per essere mietuto ma io non avevo falce, volevo che l’accarezzasse questa brezza per la vita e nella mano, di quelle spighe, non mi sono rimaste che tre navettes, ormai pietrificate.

Ti chiedo di riprendermi ora, mi manca la tua luna, i tuoi vicoli, i tuoi sospiri, le tue reti, quel bancone di legno azzurro ed il mio pastis. Tu che hai braccia spalancate sul mare, tu approdo di tanti, tu capace di mischiare amori, sogni e disperazioni come colori di questo tramonto, abbracciami per un’ultima volta e rendimi spuma d’onda.

Fa che la tua luna mi possa amare per un’ultima volta. Porto, vele, un cicatrice tra l’anima e un sogno e poi solo tu.

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