È quasi Natale, non dimentichiamo chi soffre

DI FRANCO FRONZOLI

Mancano tre giorni al Natale, un Natale diverso, un Natale che ci dovrebbe far riflettere.

Comunque, come sempre, il Natale, il Capodanno, l’ Epifania, passeranno e presto dimenticheremo.

Arriverà il nuovo anno salutato da tappi di spumante effervescenti, qualche solito scoppio pirotecnico, per non far scadere la tradizione.

Perché di tradizione si tratta, di consuetudine, di riciclo di regali, di gioia negli occhi dei bambini.

Non di tutti i bambini, purtroppo… perché molti, troppi, non assaporareranno la gioia di un sorriso.

Uomini donne e bambini, dietro reali e non metaforici muri e fili spinati, senza diffusione di Jingle Bells o Astro del Ciel oppure la più gettonata Tu scendi dalle Stelle.

Per loro è già un trionfo, una vittoria arrivare al giorno dopo, che sia il 25 Dicembre o il primo gennaio .

Mentre da noi le tavole sono imbandite, e pronte a ricevere ogni ben di dio,
da loro non esistono nemmeno le tavole…

Mantre da noi si diffonde l’ indifferenza , da loro si diffonde la fame, la malattia, il freddo.

Ma noi “ occidentali “ che viviamo in paesi chiamati “ ricchi “ , possiamo pensare a quelli “ poveri “ ?

Certo!: ma non lo facciamo.

Nei paesi poveri,  il paese più vaccinato ha raggiunto il 18% , da noi il 90% almeno con la prima dose.

Ma sì, ho sentito dire, il mondo va così: ricchi, poveri, felici, infelici, vestiti svestiti e via di questo passo.

Non potendo fare nulla per rendere loro dignità e giustizia mi limito a fare loro, oltre ogni confine di segregazione, i miei auguri, affinché il mondo cambi e venga distribuita giustizia a tutti, pari dignità  siano migranti o carcerati dietro muri o fili spinati.

Auguri!

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