Edgar Degas, Вlue Dancers

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Il colto Degas, proveniente da una famiglia di nobili origini, si distingue tra i coevi protagonisti della scena artistica parigina grazie alla propria indipendenza.

Interessato alla figura umana, piuttosto che alla natura, Degas attribuisce notevole importanza a gestualità ed espressione, concentrandosi su alcuni soggetti a lui peculiarmente congeniali come l’ippodromo di Longchamp e l’ambiente dell’Opéra.

In realtà, proprio nel caso delle celeberrime ballerine, lo scopo dell’artista non è tanto la rappresentazione del soggetto in sé quanto il movimento astratto creato dai corpi durante la danza.

Un’esigenza rappresentativa, a volte trascendente in una mancanza di definizione, eppure caratterizzata dalla libertà come diretta conseguenza dell’assenza di formalità.

Contesti che appaiono casuali, come sguardi rubati, in grado di catturare un determinato istante, destinato a vivere e protrarsi solo perché l’artista l’ha fissato sulla tela.

L’immagine appare quasi sempre casuale e catturata per caso – la ballerina che compare non completamente è una trovata stilistica atta a comprovare la casualità del contesto – mentre la prospettiva, ordinaria ed ordinata e la scelta dell’utilizzo di tonalità fredde, a differenza di quelle più calde, generalmente dominanti in altri dipinti pressoché coevi, contribuisce a rendere la scena più onirica e chagalliana.

Colte in momenti non tanto legati allo spettacolo vero e proprio – in questo caso addirittura dietro le quinte – quanto riferibili alla reale fatica caratterizzante le interminabili ore di prova, le ballerine appaiono impegnate, talvolta affaticate, indubbiamente autentiche e spontanee.

Lungi dall’esprimere una condivisione della perfezione mostrata sul palcoscenico, egli preferisce concentrarsi sugli sforzi necessari ad ottenerla, sovente misconosciuti, ma necessari per giungere al risultato finale.
Il momento stesso della lezione non è casuale: al termine degli esercizi iniziali alla sbarra, in attesa di intraprendere le singole esercitazioni.

Degas non mancherà di mostrare i momenti relativi alle lezioni vere e proprie, sottolineando la presenza del celebre maestro Louis-Alexandre Mérante, coadiuvato da seriosi musicisti, quasi macchie stonate in un contesto vaporoso ed etereo da ricondurre alla realtà.

Pressoché tutte le rappresentazioni sono volte a sottolineare l’irrinunciabile disciplina del balletto, tale da prevedere importanti sacrifici senza ammettere deroghe; non a caso le opere di Degas appaiono spesso sottilmente attraversate da una subitanea malinconia.

Quattro danzatrici in blu, talvolta noto anche come Ballerine dietro le quinte, si distacca leggermente dalle altre raffigurazioni, quasi a premiare delicatezza e grazia conquistate nel tempo, in procinto di essere finalmente esternate nella performance finale.

La composizione, infatti, piuttosto equilibrata, ritrae le danzatrici mentre sistemano gli ultimi dettagli, e la scelta di utilizzare i pastelli, ottenendo un risultato sfumato, contribuisce ad elevarne la dinamica spontaneità, quest’ultima accentuata dalla struttura circolare del dipinto.

Un temperamento complesso, a tratti difficile, quello dell’artista, ansioso di dimostrare la propria diversità rispetto ai suoi contemporanei, ostico ad essere etichettato come impressionista, interessato all’autenticità di un mondo sovente surclassato dall’apparenza, di cui egli intende sottolineare l’espressiva concentrazione.

Combattuto tra contrastanti sensazioni, Degas trasporta l’osservatore in quella labile realtà in bilico sulla non-coscienza, in ossequio a quanto amava dichiarare, secondo cui solo nel momento in cui non sa più cosa sta facendo, il pittore è realmente in grado di produrre cose buone.

Una sorta di trance pittorico, tuttavia amato e fissato alla stregua di un fotografo: caratteristico e unico, firma del proprio ritrovarsi inconfondibile.

Paul Valèry, a proposito dell’artista, analizzandone la produzione, amava evidenziare come pareva avesse timore di abbandonarsi alle delizie dell’esecuzione, definendolo un ottimo cavaliere che diffidava dei cavalli…

Edgar Degas 1834 – 1917
Вlue Dancers (1898c.)
Pastelli su carta (65 x 65 cm)
Mosca – Puškin State Museum of Fine Arts

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