Circa due terzi dei 300.000 residenti sono chiamati alle urne con l’obiettivo di eleggere il nuovo presidente, mentre salgono le tensioni sull’isola divisa a metà e nell’intero Mediterraneo orientale.
La sfida è tra l’attuale presidente, il moderato Mustafa Akinci, favorevole alla riunificazione con la Repubblica di Cipro (greco-cipriota) e il nazionalista Ersin Tatar, appoggiato dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.
Il risultato avrà peso sul futuro dei negoziati per la riunificazione, da tempo in stallo.
Il voto, che ha valore solo per la Turchia, giunge tre giorni dopo che truppe turche hanno riaperto, per la prima volta da decenni, l’accesso a Varosha, una città-fantasma a ridosso di Famagosta, abbandonata dai suoi residenti greco-ciprioti dopo che nel 1974 i turchi occuparono la parte nord dell’isola in risposta ad un tentativo di golpe da parte di nazionalisti greci.
L’annuncio della riapertura di Varosha ha provocato forti proteste da parte della Repubblica di Cipro, dell’Ue e dell’ONU (che controlla la zona-cuscinetto tra le due comunità) nei confronti di Erdogan e del candidato filo turco Tatar.
Anche Akinci ha condannato la decisione, denunciando l’interferenza di Ankara negli affari della “Repubblica”.