Emergo

DI LUCIANA IBI

La conosco l’immensità della zona d’ombra..
…avverto graffi di artigli sulla pietra,viscidi tentacoli sferzano l’aria immota e, le mani tese non incontrano ostacoli.
La conosco la zona d’ombra…un’isola di solitudine nella notte..

EMERGO

…dalle nebbie ad occhi aperti, una musica dai toni alti come scudo, nessun nemico attorno.

Nel chiarore si dissolvono le ombre..
…i movimenti ridivengono fluidi, le note, cristalli frantumati caduti sul velluto..

…la voce che mi insegue roca, ha il sapore del miele di castagno…

…il ritmo è un rintocco lento, balsamo su fatiche di un cuore stanco,
la melodia, un lungo brivido avvolgente sulla pelle…

Uno stacco Improvviso e l’assolo, stridulo, rimbalza sullo specchio …

…riflesso nello sguardo un lago sommerso da multicolori foglie…

..follia, l’entrata di una selvaggia danza,
vorticante sulle altezze, striature rosse…

…e poi…
…l’assalto di strumenti uniti nell’Uragano da un’abile mano…

…il gesto repentino precipita nel silenzio e…l’anima, scorticata, resta nuda.

Abbandonati a terra, solo stracci in piena luce…

©® Copyright Particolare di opera materica dello Scultore Antonio Capovilla

Pubblicazione autorizzata dall’artista

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