Spesso, l’emozione viene parificata al sentimento: un errore di valutazione perché tra i due termini la differenza è sostanziale.
Le emozioni possono essere intense, ma sicuramente temporanee, possono fare vibrare con forza l’animo, ma si placano e si disperdono.
Per semplificare possiamo ritenere la gioia un’ emozione mentre il sentimento si coniuga meglio con la felicità.
Tutto ciò che è intenso, ma non duraturo, dalla paura al coraggio, dal calare della sera al sorgere del sole, sono emozioni che si possono ripetere ma pur sempre emozioni.
L’amarezza, il dolore, la preoccupazione, la felicità, la contentezza, sono sentimenti perché si nascondono nell’anima ma permangono o si replicano, per un numero innumerevole di volte.
Anche l’amore è per antonomasia un sentimento, un flirt può essere una emozione, purché non si modifichi in qualsivoglia altro soggetto costante e duraturo.
Abbiamo bisogno di entrambi, sia dell’ emozione che del sentimento, anche se, più emozioni si vivono, più ci si avvicina al sentimento.
Penso sia importante sottolineare la differenza, per non cadere in un equivoco, in una omologazione.
Mi dispiace dire, che in questi tempi, sono più le emozioni negative quelle che viviamo e più ridotti, invece, i sentimenti.
Forse accade per il timore di mettersi in gioco per la velocità con cui viviamo e consumiamo tutto.
Meno problemi, più emozioni rapide e scorrevoli e sempre meno sentimenti, impegnativi al punto da farci mettere in discussione, di interrogarci, di guardarci dentro.
Non esiste un modo di corretto per vivere, quello che possiamo augurarci è che questo modo di vedere le cose, non si trasformi ina sorta di
una mutazione “ genetica “, questo sì che sarebbe un guaio per l’intera umanità, dopo tutti gli sforzi che si sono fatti e si fanno per insegnare quanto sia bello affidarsi ai sentimenti e lasciarsi trasportare da quello stato di serenità e pace che sono in grado di regalare.
Immagine tratta dal web
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