Che voglia di cambiare in connessione con
l’universo infinito, ma rimanendo se stessi, quello che noi siamo! E’
un aspetto molto importante quando ci si mette in relazione empatica
con qualcuno, perché è anche mettersi in relazione con sé stessi;
ognuno di noi è parte del tutto così come lo è chi ci sta di fronte.
Il tutto parte dal sentire il nostro corpo come un insieme di parti
in sinergia; tutte da coltivare in egual modo e attenzione. Come se
avessimo tre campi distinti da coltivare, si appunto tre campi di
coltivazione.
Fisicamente i tre luoghi di coltivazione sono nel nostro corpo: la
curvatura sacro lombare, che è quella più aperta come cavità ossea,
chiusa dietro, ma aperta davanti; poi la parte della cavità tracica
dove si trova la cassa toracica, delimitata dalla curvatura delle
vertebre del torace; infine la terza parte, la zona craniale, sede del
pensiero.
Tre zone del corpo correlate e rigorosamente, come ottimali luoghi di
coltivazione.
Il lavoro su questi tre campi è inteso come lavoro individuale della
persona, e si può descrivere nella visione dei tre livelli
dell’esistenza: la sopravvivenza, la relazione, la differenziazione.
“Io penso ad un universo infinito. Stimo infatti cosa indegna della
infinita potenza divina che, potendo creare oltre a questo mondo un
altro e altri ancora, infiniti, ne avesse prodotto uno solo, finito”
Giordano Bruno
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