Era casa, il sogno di tutti noi


DI GIOVANNI DE LUCIA

Ti ricordi, avevamo cento penne e sempre pronti a volar via, oltre ogni confine e sempre contro vento. Con noi in volo dormivano i sogni, cullati dalla luce della luna su quell’unica rotta che il tempo ci aveva indicato. Sempre in formazione geometrica, sembravamo un grande aquilone, ma senza legacci o fili d’argento.

La nostra poesia danzava al ritmo di quell’unico battito d’ali. Poi le burrasche della vita ci strapparono una penna dopo l’altra e noi neanche il tempo di piangerle, sempre concentrati ad onorare quell’identico volo.

Ora non resta che questo molo di Lacydon, dove un tempo una principessa offrì da bere ad un marinaio e forse proprio per quel gesto d’amore che noi iniziammo a volare, portando quel sogno oltre ogni confine.

Nati per non perire, il nostro andare accompagnato dal desiderio degli occhi fiammeggianti delle nostre donne, dal sapore amaro dei nostri boccali, del profumo delle falesie bianche e dalle poesie incise sui tavolacci con punte di coltello.

Era casa il porto, era casa il volo, era casa il sogno di tutti noi.

© Copyright foto di Giovanni De Lucia

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