Essere resilienti per ricominciare

DI PINA COLITTA

Non è facile ricominciare quando si è travolti da una terribile “burrasca” che ha coinvolto ogni cosa. Eppure c’è sempre un modo per venirne fuori e per ricominciare…

E’ indubbio che ci sono persone maggiormente predisposte ad avere forza d’animo perché aiutati da alcuni tratti delle personalità che evidenziano forza e capacità di reagire agli eventi.

Un evento importante nella vita di ogni individuo è sicuramente quello scolastico, in cui ogni individuo si confronta con successi e fallimenti, ma anche con la scoperta delle fragilità che non permettono che quel percorso sa sereno ed equilibrato.

Ed in questo caso o si potrebbe annegare in un mare di insicurezze o si potrebbe tentare di rimanere a galla con resilienza.

Se dovessimo creare una scaletta di attributi per essere resilienti potremmo azzardare di mettere in alto la personalità che può consentire di assumere atteggiamenti positivi, rifiutando l’etichetta di sfortunato
e di vittima.

E’ lei, la personalità che contribuisce a vedere la vita come qualcosa dalla quale trarre il meglio per cui qualsiasi evento potrebbe essere considerato un punto di partenza dal quale ricominciare a costruire.

Ciò vuol dire che rivangare il passato e soffermarsi sulle disgrazie, non permetterà mai un recupero obiettivo del presente e la possibilità di notare i fattori positivi presenti in esso.

Si potrebbe poi aggiungere l’influenza affettiva di una figura di riferimento per cui, chi fin da piccolo ha avuto il sostegno di persone affettivamente importanti come la mamma, una nonna o addirittura una figura educativa, assimila nel tempo una forza d’animo sicuramente superiore a chi, per esempio, è rimasto orfano di madre o padre e non ha trovato sostegno affettivo in altre figure di riferimento; ciò accade di sovente anche in caso di divorzio.

Ancora, si può ipotizzare che le attività sportive e interessi legati alla musica e alla recitazione potrebbero rappresentare una zona franca in cui ritemprarsi e accumulare energie.

Insieme alle attività scolastiche, gli interessi di questo tipo possono portare ordine e disciplina in una vita che, per una serie di eventi negativi, si è svolta all’insegna del disordine e casualità.

Infine, sicuramente le doti intellettuali che, agevolando una serie di gratificazioni anche a livello scolastico prima e lavorativo poi, consentono di mantenere un buon livello di autostima anche quando le cose non vanno per il verso giusto. Facciamo un esempio per chiarirci le idee…

Non è raro incontrare ragazzi che presentano i cosiddetti “problemi di apprendimento” che poi hanno provocato un forte senso di insicurezza e di inferiorità.

Nella difficoltà di apprendimento, infatti, bisogna includere anche altre condizioni legate a disturbi percettivi, disfunzioni celebrali minime, dislessia, discalculia, disgrafia, afasia.

Alla base di queste difficoltà vi è solitamente la discrepanza tra il potenziale dell’individuo e il livello delle sue prestazioni.
Le loro capacità di riflettere e ragionare sono nella norma ma, a causa di queste anomalie, imparano con molta difficoltà.

Questi bambini possono diventare apatici perché frustrati dallo scarso rendimento scolastico e, quindi, sviluppare una scarsa autostima oppure dare sfogo alle frustrazioni, optando, in alcuni casi, a far sentire la loro presenza con la violenza e accompagnandosi a gruppi di ragazzi disadattati.

La solitudine, il sentirsi isolato possono essere dei fattori estremamente negativi per recuperare quella parte di sé che non vuole emergere per la paura di sentirsi giudicati; aspetto questo molto presente nei ragazzi che a scuola collezionano insuccessi e delusioni spesso nella relazione con i compagni di classe perché insicuri di ciò che fanno e che dicono.

“L’unica gioia al mondo è cominciare. E’ bello vivere perché è cominciare, sempre, ad ogni istante.”
Cesare Pavese

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