A volte vorremmo sospendere la vita, fermare le lancette degli orologi, chiudere il passaggio della sabbia nella clessidra, salire su una montagna o su uno scoglio di mare e stare a guardare il silenzio che circola intorno.
Quel bisogno di stare soli, di chiudere in una gabbia i pensieri, di abbassare il ritmo del cuore, di fissare i tramonti ed aspettarli, così come pure per l’alba, restando lì, fermi, senza muoversi…
Quella sovrana necessità del nulla, del relegare i problemi nella periferia della mente, quella necessità impellente di chiudere le finestre dei rumori, della confusione.
Essere soli con se stessi, almeno il tempo necessario per riattivare i sensi, le parole, cercare di far riprendere molto lentamente il cammino delle lancette degli orologi esistenziali.
Abbiamo sempre più bisogno di una isola deserta dove poter camminare lungo tutta la costa e riflettere con calma, senza ansie, senza panico, senza lo svegliarsi all’improvviso, senza incubi.
Affrontare la notte con pazienza e lasciare che i sogni si affaccino lentamente, con molta calma.
Diventa una necessità sospendere il cammino del tempo, perché diventa importante isolare il corpo e la mente dai sussulti dello stress, dalle preoccupazioni ed anche dai dolori.
Per vivere al meglio bisogna saper trovare quella calma necessaria a riordinare le idee, portare avanti le priorità e soprattutto creare i presupposti per cancellare gli istinti della rabbia, una calamità che bisogna evitare.
Immagine tratta dal web
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