Eutanasia. La Spagna approva la legge che la rende lecita. In Italia ci si prepara ad un referendum

di Emilia Urso Anfuso

EUTANASIA – LA SPAGNA APPROVA LA LEGGE CHE LA RENDE LECITA. IN ITALIA CI SI PREPARA A UN REFERENDUM: LO STATO DELL’ARTE TRA DIRITTI CIVILI, ABERRAZIONI E QUALCHE CONSIDERAZIONE

In una lettera a Lucillo, il filosofo Seneca scrisse: “Nella nostra dissennatezza, crediamo che la morte sia uno scoglio. Invece è un porto, cui talvolta dobbiamo tendere. Il saggio vivrà quanto deve, non quanto può. Se una morte è accompagnata dai tormenti, l’altra è agevole e facile, perché non dovrei scegliere quest’ultima”.

Eutanasia è un termine derivante dal greco eu, che significa “bene”, e tanatos, che tradotto sta per “morte”: “la buona morte” o “decesso opportuno”.

Porre fine all’esistenza in maniera consenziente, quando le conseguenze di certe patologie non la rendono più degna di essere vissuta, o se addirittura si rimane in stato vegetativo, è da anni al centro di un dibattito a livello europeo. Dalle nostre parti la politica finge di non sentire e vedere, anche se di vicende, nel corso degli anni, ne abbiamo registrate diverse, come quelle di Eluana Englaro e di Piergiorgio Welby.

La Englaro entrò in stato vegetativo all’età di 22 a causa di un terribile incidente stradale, e per 17 anni ridotta in stato di coma profondo. Welby, giornalista e militante del partito radicale, affetto da sclerosi multipla fin dall’età di 16 anni. I familiari hanno dovuto combattere per anni per ottenere il diritto al suicidio assistito, in un lungo e avvilente tira e molla tra etica, morale, potere politico e diritti civili.

Un altro caso, più recente, è quello di Fabiano Antoniani, più conosciuto con l’appellativo di Dj Fabo, rimasto tetraplegico dopo un incidente stradale. Fu grazie a Marco Cappato, attivista dei Radicali e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, che riuscì a esaudire il suo desiderio di farla finita recandosi presso una clinica svizzera.

Cappato ha rischiato la galera per “disobbedienza civile”…  L’attivista radicale sta portando avanti una campagna per l’approvazione di una legge che superi i limiti di quella in vigore, la 219/2017, e con l’associazione Luca Coscioni stanno per indire un referendum abrogativo per stabilire nuove regole sul modello olandese o belga.

L’organizzazione ha anche attivato un “numero bianco” gratuito“, che risponde allo 06 99313409, chiamando il quale è possibile ricevere consulenza legale e informazioni sul biotestamento.

Nel resto d’Europa si osserva una corsa all’approvazione di norme che rendano lecito il trapasso volontario. Le nazioni in cui vige da anni il diritto all’eutanasia sono l’Olanda, il Belgio e il Lussemburgo, e dallo scorso marzo nella cattolicissima Spagna, nazione in cui lo scorso marzo è stato approvato un decreto legge a tempo di record.

Il dibattito parlamentare si è tenuto durante il periodo più cupo della pandemia, e in circa sei mesi si è giunti all’approvazione. Qualcuno ha dubitato che possa entrarci qualcosa la situazione generale esplosa con l’avvento del Sars Cov2.

Devono far riflettere alcuni dati su scala europea riferiti ai decessi causati da autolesionismo intenzionale, è questo il termine giuridico. Un’indagine Eurostat svela che nel 2016 le persone scomparse a causa di suicidio sono state 48.700, cifra che corrisponde all’1% di tutte le morti registrate nell’anno di riferimento. Italia e Spagna sono fanalino di coda per il numero di suicidi, con un’incidenza di 3 ogni 100.000.

Purtroppo però, i dati non sono aggiornati da allora, e ciò non consente di poter valutare se, dal 2016 a oggi, e dopo l’avvento della pandemia, la percentuale sia aumentata.

Bisogna comunque far attenzione a non creare da un lato un diritto civile, e dall’altro un inquietante potere per alcuni. In Olanda, dove la legge è in vigore da 18 anni, si è giunti in alcuni casi ad ammettere l’omicidio del non consenziente, perché può essere il medico curante a decidere se terminare un paziente se ritiene che le cure siano inutili.

Altro elemento da non sottovalutare è la non remota possibilità che si creino vantaggi abominevoli per determinati settori, come quello delle assicurazioni. Gli assicurati con polizze sanitarie, nel caso in cui cessassero prematuramente di esistere, farebbero risparmiare un mucchio di quattrini.

Se poi si riflette sul fatto che ogni tanto salta fuori qualche europarlamentare con l’idea geniale, come quella di Corinne Ellemeet della sinistra verde olandese, che propose nel 2019 una legge che permetta di smettere di somministrare le cure mediche ai pazienti sopra i 70 anni, allora è molto meglio che, anche da noi, non si corra troppo per ottenere una legge che, se mal redatta, può determinare gravi criticità se interpretata male…

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