Penso che la Civiltà di un Paese si legga da come vengono trattati donne o i bambini, comunque i più deboli, e da come viene considerata l’Arte e quanti la ‘fanno’.
L’Arte pura non è vanità: è sacrificio, è lavoro duro, è studio costante. Il talento, quando c’è, rappresenta soltanto un primo basilare germoglio, dono di un Dio burlone o della Natura, che va carezzato e coltivato sempre. Come lo Stile, maturerà con l’Artista e la sua storia.
Ma dubitate, vi prego, di chi…balla da un salotto all’altro, dichiarando il contrario e osannando la felicità del mondo, che non esiste. In effetti oggi basta un portafoglio pieno al punto giusto, per dichiararsi ‘artista pluripremiato’ tra un saltello da un’Accademia all’altra…
vergogna, vergogna per quanti vivono di privazione e solo di Arte pura,
L’Arte, la Letteratura non sono un gioco per quanti hanno tempo da perdere:
richiedono responsabilità ed impegno, sono specchio della realtà nel bene e nel male:
non si diventa ‘artisti’ da un giorno all’altro o perché fa Fashion; il talento, ancora e fortunatamente, non si compra: nasce con noi, e con noi muore.
Ricevo lettere, in privato, di associazioni o quant’altro che vorrebbero una mia presenza in loco; spesso ne sorrido, altre volte confesso di trovarle offensive, nonostante elogi eleganti.
Per me sarebbe spesso un grande piacere il presenziare, ma credo sappiate che vivo solo della mia Letteratura in… ‘dignitosa povertà’, per quanto può ritenersi dignitoso questo stato comune a troppi e veri artisti in un’Italia, paradossalmente, fatta grande nel mondo proprio dall’Arte.
Fare Arte è un lavoro come un altro, e come lavoro va valutato e retribuito. Anche qui sta il vero rispetto per l’Artista; triste doverlo sottolineare ancora, oggi.
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