Felicità

DI ANTONIO MARTONE

Esistono condizioni di coscienza nelle quali si avverte una grande pienezza. Quando si vive in uno stato simile, sembra di galleggiare sulla vita come se si trattasse di qualcosa che non ci appartiene. Non viviamo, bensì noi stessi siamo la vita.

Noi esistiamo sì, ma la nostra condizione non è diversa da quella di un albero, di una montagna, di un fiore. Non siamo altro da noi stessi. Non ci poniamo il problema del prima e del dopo. Non abbiamo nulla da realizzare che non sia già compreso nel profumo che emaniamo.

In quei momenti, non avvertiamo la paura della morte, poiché questa è indissolubilmente legata al tempo. Il tempo è divenire, invecchiamento, malattia e dunque morte.

L’attimo fuori dal tempo, invece, non è tempo ma – appunto – sospensione del tempo in un istante che, nella sua non misurabilità, costituisce una sorta di eternità. Se è possibile ipotizzare per l’uomo una forma di felicità, non può che essere questa!
Un’eternità finita, provvisoria – come tutte le cose del mondo.

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