Femminismo 2.0? Sciocchezze da noia salottiera

di Giovanna Mulas

#Femminismo…sciocchezze, amiche mie. Forse non dovrei neanche scriverlo, ché già così facendo sono consapevole di regalare una pubblicità immeritata, seppure ci si punti da mesi.
Ma è questa maledetta onestà intellettuale che mi muove sempre e comunque, maledetta me appunto. Ma ormai ci sono.
Dicevamo…sciocchezze da noia salottiera, da figlie di papà o in arretrato sessuale; da romanzetti harmony divorati tra una masturbazione e l’altra, da mala politica, da persone che non hanno una minima idea dell’autentico femminismo che fu, autore della Storia della donna nel mondo.
Quelle e Altre oggi, le #Donne che hanno sacrificato la propria vita per, qui e ora, vedere queste pronipoti ammiccanti con tettine e cervelli al vento che infilano, in nome della lotta al femminicidio, Décolleté in vernice rossa e cinturino in piazza del Duomo. Ahinoi.

E non troppo in vista, le scarpe intendo, per non dare fastidio ai passanti. Si la pubblicità, invece. Le locandine sono state affisse? A proposito…hai ricordato di avvisare in questura sull’ora in cui esporremo? Si? bene…parola d’ordine: mai nulla contro il governo. E non dimenticare il reading, certo certo…contate su di me. Una bella poltrona in pelle rossa, in mezzo alle scarpe. Che ci sia anche la musica, dài che il Fedez sarà con noi a monologare sui diritti dell’uomo…quando tu finisci attacca lui. Ne parlerà tutta Italia. Venderemo tante di quelle magliette che non ne hai un’idea.
E #voto assicurato, ovviamente.
O donne che, rosolate e cotte, stracotte persino nella propria superficialità, appellano ad una ‘lotta’ a favore della lingua italiana declinata al femminile. Ma che vi ha fatto questa lingua italiana così meravigliosa e madre delle lingue, già bistrattata dalla vostra ignoranza, per meritare cotanto rancore?
Se una buona politica esistesse in Italia, quella a cui, è lapalissiano, si vuol portare voti, non abiteremmo l’abbandono del più debole in genere come di fatto è, agli occhi del mondo.
Uomo, uomo. L’uomo dell’oggi è vittima, prima che carnefice: intontito da una figura femminile a cui di femminile, in realtà, è rimasto poco dentro e fuori.
Donna, e da donna posso permettermi di dirlo senza essere tacciata di sessismo (forse. Spero.), sempre più simile a lui; formattata da una moda androgina, da una informazione deviata e deviante, pubblicità su perfezione e sicurezza e sciocco gossip.
Ma non è attraverso l’aggressione che porteremo una umanità già mutilata ad essere migliore. Le catene generano altra violenza.
Non sottomissione ma realtà, non aggressione ma conoscenza,
non illusione dell’aspirare (per tutta la vita)  ma, ancora, #conoscenza.
“La vita genera la vita, senza fine”, recita una massima cinese che ho ritrovato davanti agli occhi proprio pochi minuti fa, appresso al mio settimo caffè della giornata.
Pensiamo a questo maschio denudato del diritto al lavoro e alla salute, del diritto al nutrimento e al tetto, diritti basilari appartenenti a ogni cittadino del mondo,
e sottolineo mondo, non Italia,
e dalla nascita:
mortificato dal desiderio continuo di ciò che non ha; timoroso di avere un figlio perché non in grado di mantenerlo è, lui stesso, figlio di una generazione confusa e già censurata da una madre simile se non peggiore.
Loro, le donne che occupavano le università imponendo libertà di pensiero e sesso libero ma in una Italia da boom economico quindi, parla la Storia, all’oscuro dell’autentica privazione, del dolore ed il sacrificio subiti dai padri come dai nonni prima, proprio quelli con valigia di cartone e sbarco nella grande mela dove, sempre o quasi, sarebbero finiti a servire spaghetti in un ristorante di terza categoria.
Generazione di ammirevoli lavoratori ma ostici studiosi ché impediti dagli stessi mezzi.
Comunque e ancora ignorante sui propri diritti come sui doveri.
Lasciate perdere amiche mie, superbe caprette saltellanti nei pascoli del signore giusto, lo stesso che vi piscia in testa: non scavate una fossa già profonda.
Pensate a studiare, prima.
E solo dopo, davvero, potremo confrontarci.
Ma solo per costruire, e meglio.

#femminismo   #conoscenza

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