Festa grande per l’Italia che ha vinto

di Carla Vistarini

A volte le cose significano molto più di quello che sono, o appaiono. I simboli, le metafore, le allegorie, le parabole, sono capisaldi culturali e filosofici, proiezioni profonde di istanze che ci stanno a cuore e che, per vari motivi, ragioni, pressioni, divieti, individuali o collettivi, non riusciamo, o non possiamo, esprimere o vedere espressi nella loro compiutezza.
Faccio questa premessa perché penso che la partita di calcio dell’Italia ieri sia stata uno di quei momenti simbolo. Non era solo a calcio che si giocava.
In questo momento storico così pesante, così arcigno, pervaso dalle incertezze sulla salute, sulla gestione che della nostra salute si fa, dalla crisi economica, dal lavoro che manca, dall’aggressività di fazioni sociali spinte le une contro le altre come da Titani perversi che intossicano gli animi, ecco che una partita di calcio diventa un simbolo e può polarizzare le emozioni, i desideri di felicità, di libertà, di ritrovata fierezza, di unità e tanto altro di quanto ci connota come facenti parte di una comunità. Una comunità coesa sui ricordi comuni, su cose grandi, come la Storia, e ariose come la musica, su bellezze meravigliose come l’Arte e la natura dei luoghi del cuore, la nostra lingua, poetica e melodiosa ma anche spiritosa e tagliente, i tratti di un essere bonari e sarcastici insieme, tradizionali e aperti al nuovo, tricolore e campanile, segno della croce e dolce vita, e tante tante altre cose.

In poche parole una comunità che si chiama Italia. E farne parte, anche se ci fustigano nella mente e nel cuore fino a farci credere piccoli e marginali, nel profondo di noi sappiamo e vogliamo esserne orgogliosi.
Riconoscerci, tutti insieme.
Quindi a quelli che dicono, e ce ne sono, poveri tristi incapaci di felicità, che in fondo era “solo una partita di calcio “e “ci sono cose ben più importanti”, dico no, cari signori, non era solo una partita di calcio, era una vittoria. Una vittoria di tutti noi, gente di questi mari e di questi monti, di queste canzoni e di questi dipinti, di questi antichi giorni e, crediamoci, grande futuro.
Festa grande per l’Italia che ha vinto.
In piedi.
*Immagine Ansa

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