Quante volte ci è capitato di sentire dei genitori affermare:” Noi ai nostri figli non abbiamo fatto mancare niente” .
Speriamo non sia vero, perché questa è una delle più grossolane bestialità o idiozie che dir si voglia, che ci possa capitare di ascoltare.
Dare tutto ai figli, significa privarli del loro spirito di iniziativa, della loro fantasia, del loro ingegno.
È come isolarli in una bolla di sapone, farli stare comodamente davanti alla televisione a guardare il nulla, una frustrazione adolescenziale.
C’è chi li porta a scuola, gli prepara l’occorrente per la merenda, attende la fine delle lezioni per andarli a riprendere e riaccompagnarli a casa.
Non riesco a capire che soddisfazione possono avere se prendono sempre 8 oppure 9 a scuola.
Invece un bel tre non si scorda mai, una scazzottata con i compagni di scuola ad esempio, tempera il carattere e non è importante se sono state tante le botte prese o quelle date.
Che futuro può avere un bambino oppure una bambina, se ogni volta che torna a casa, si presenta con il vestito lindo, luccicante.
Cosa c’è di più bello di una macchia di cioccolato, di marmellata, uno strappo ai pantaloni o alla gonna.
I bambini devono lottare, studiare i sistemi migliori per vivere l’adolescenza ed oltre, nel migliore dei modi.
Quanti regali in quella loro stanza troviamo di tutto e di più, anche se, molti di questi non li hanno presi nemmeno in mano.
Volete mettere tutti i regali di oggi con un peluche di ieri uno solo, un bel pallone, una fionda, un pattino artigianale, arco e frecce, un bel libro di Tex, Pinocchio, Cuore, Hänsel e Gretel…
Un ricordo.
Ero febbricitante, venne il gestore di un negozio con una scatola di caramelle e mi disse:”dentro c’è una caramella che contiene un foglietto nell’incarto, è un regalo che puoi tenere” .
Dopo una decina di caramelle da aprire ecco che arriva il bigliettino con scritto : “hai vinto un pallone”.
Un gioco di prestigio per farmelo trovare al più presto e con quel pallone ho giocato tanto.
Ma il regalo più bello, lo voglio ricordare a queste generazioni, era il trovare sulla tavola una bella bistecca.
È stata una infanzia del poco, ma lucente, poetica, illuminante , aggregante.
Tornare a casa con qualche macchia era quasi un tipo di orgoglio, a parte le sberle che dovevi subire, ti restava la soddisfazione che solo le cose semplici sono in grado di donare.
Immagine tratta dal web
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