Figli, vite spezzate in un mondo ingiusto

DI MARIALUISA VILLA

Oggi, nel tardo pomeriggio, dopo una giornata di lavoro, ero seduta sul terrazzino di casa mia, seduta in compagnia del mio compagno a quattro zampe e di una bibita fresca.

L’aria era ancora calda, ma il sole meno bruciante ed era piacevole rilassarsi, prima di accingermi a preparare la cena.
Ad un tratto sotto casa è sopraggiunta l’auto del mio vicino di casa, parcheggiando poco distante dal mio balcone.

Il ragazzo è sceso, ha scaricato dal baule il passeggino e poi, aprendo la portiera dal lato passeggero, ha recuperato la sua bimba, prendendo in braccio un batuffolo biondo di circa un anno.

Presa la bimba, ha afferrato anche il suo giochino dandoglielo in mano, poi, dopo averle sfiorato i capelli con le labbra, l’ha posizionata sul seggiolino, l’ha assicurata con le cinghie e, sussurrandole qualcosa con dolcezza, si è avviato con lei sul marciapiede, allontanandosi.

Una scena normalissima, che si ripete ovunque, ogni giorno, in tutto il mondo.
Ma, vedendo tutto ciò, non ho potuto fare a meno di pensare a quanto amore si prova per i propri figli, quante preoccupazioni, timori, speranze, pensieri benevoli e preghiere spendono un papà e una mamma nei confronti delle proprie creature.

Si vorrebbe proteggerli da tutto, tenerli alzati in alto sulle braccia, in modo che nulla possa scalfire la loro ovattata realtà.

Si mette al mondo un figlio con amore, anelando solo al loro benessere e alla loro felicità, volendo con tutto il nostro essere che possano avere una vita piena, serena, e che possano realizzare tutti i loro sogni futuri.

Per questo mi sconvolge pensare che a volte succeda che un evento tragico possa strappare delle giovani vite in modo ingiusto, terribile , inaspettato. È tremendo pensare che in un attimo il peggiore degli incubi di un genitore possa diventare reale.

Giovani uccisi, violentati, vittime di incidenti, consumati da malattie, oppure precipitati nel tunnel buio della droga.

Anime innocenti per i quali i padri e le madri avevano immaginato una vita meravigliosa e piena di gioia. Nessun genitore dovrebbe sopravvivere ai propri figli. È un dolore troppo ingiusto e troppo grande.

Si mette al mondo un figlio e di colpo lui diventa, inevitabilmente, la tua ragione di vita. Chissà quante volte il papà delle due ragazze morte travolte da un treno le ha prese in braccio con amore, quante volte la mamma di Willy, il ragazzo ucciso di botte con una ferocia inaudita, ha baciato quel visetto piccino.

E quanti altri ancora. E poi si sente di una bimba abbandonata a se stessa e morta di stenti, proprio da quella persona che più doveva proteggerla e amarla.

No, il mondo non è giusto. E spesso non riesco a darmi la risposta a una semplice domanda: PERCHÉ?

Immagine tratta dal web

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