Film da vedere (o rivedere): ‘Blade Runner’, il capolavoro di Ridley Scott. Con Harrison Ford e Rutger Hauer

di Luca Biscontini

Blade Runner è un film di fantascienza del 1982, diretto da Ridley Scott con protagonisti i replicanti. Il film è interpretato da Harrison Ford, Rutger Hauer. La sceneggiatura, scritta da Hampton Fancher e David Webb Peoples, è liberamente ispirata al romanzo del 1968 Il cacciatore di androidi (Do Androids Dream of Electric Sheep?) di Philip K. Dick. Del film sono state distribuite sette versioni differenti, in base alle scelte, spesso controverse, dei diversi responsabili. Blade Runner ha incassato poco in Nord America durante la sua prima distribuzione cinematografica, ma da allora è assurto a film di culto. È stato lodato per il suo design retrofuturista e rimane uno dei migliori esempi del genere neo-noir. Ha inoltre avuto il merito di portare l’opera di Philip K. Dick all’attenzione di Hollywood, e Ridley Scott lo considera “probabilmente” il suo film più completo e personale. Con Harrison Ford, Sean Young, Rutger Hauer, Daryl Hannah, William J. Sanderson.

Trama
In una Los Angeles brulicante, immensa e situata nel futuro prossimo, un ex detective della polizia (Harrison Ford), specializzato nella caccia e nel “ritiro” di replicanti ribelli, viene richiamato in servizio per scovarne quattro, evasi da una colonia extraterrestre. Questa volta, la sua vita ne uscirà del tutto cambiata.

Blade Runner polarizzò la critica al momento della sua uscita: alcuni ebbero l’impressione che la sostanza fosse stata sacrificata alla forma e agli effetti speciali e giudicarono che il lungometraggio non si presentava propriamente di azione e di avventura come era stato suggerito dalla campagna pubblicitaria; altri invece lo lodarono per via della sua complessità e affermarono che avrebbe retto alla prova del tempo. Negli Stati Uniti una critica diffusa fu il ritmo eccessivamente lento, che sminuiva gli altri suoi punti di forza; Sheila Benson del Los Angeles Times lo soprannominò infatti “Blade Crawler”. Pat Berman del The State lo descrisse invece come “pornografia fantascientifica”. Di contro Pauline Kael esaltò le scenografie “straordinarie” della megalopoli e affermò che Blade Runner «possiede il suo stile unico, è un film di fantascienza visionario che ha il suo stile proprio non può essere ignorato – ha il suo posto nella storia del cinema». In Francia, Philippe Manœuvre di Métal Hurlant è uno dei critici più accaniti della pellicola, affermando che Dick si starebbe rivoltando nella tomba alla vista dell’adattamento. La voce narrante generò critiche miste, mentre il lieto fine venne perlopiù percepito in modo negativo; il settimanale tedesco Der Spiegel scrisse che l’happy ending del film era una «fraintesa concessione ai riti del cinema» e David Pirie della rivista Time Out aggiunse: «la narrazione dell’eroe e il finale danno l’impressione di provenire da un altro film».

Le critiche sono diventate molto più positive con il passare del tempo e a partire dall’uscita della versione Director’s Cut. Roger Ebert gli assegnò tre stelle su quattro, lo elogiò per essere divenuto «uno dei riferimenti visuali del cinema moderno», ma trovò la storia banale e troppo debole. Nonostante fosse soddisfatto dalle buone interpretazioni di Harrison Ford, Sean Young e Rutger Hauer, valutava il film “poco convincente” nella presentazione delle relazioni umane, soprattutto per quanto riguarda la storia d’amore tra Deckard e Rachael. Nel 2007, dopo l’uscita del Final Cut, Ebert cambiò la sua opinione iniziale e aggiunse il film alla sua lista dei Great Movies: «Ho avuto la conferma», spiegò, «che i miei passati problemi con Blade Runner rappresentano un fallimento del mio gusto e immaginazione, ma se il film era perfetto, perché Sir Ridley ha continuato ad armeggiarci [così a lungo]?». Desson Howe del Washington Post lo definisce «formidabile a tutti i livelli: la storia basata sulla ricerca inutile dell’immortalità, la messa in atto fenomenale di Ridley Scott, gli incredibili scenari futuristi e le interpretazioni commoventi, soprattutto quella di Rutger Hauer». Entertainment Weekly gli assegna la valutazione A-, mentre Adam Smith della rivista Empire lo gratifica con il voto massimo di cinque stelle su cinque, definendolo un “autentico capolavoro” che ha beneficiato, nella sua versione Final Cut, di una restaurazione della qualità dell’immagine “quasi miracolosa”.

Il sito di recensioni Rotten Tomatoes attesta una percentuale di gradimento del 91%, con una media voto di 8.4/10 basata sulle valutazioni di 96 critici. La descrizione generale recita: «Frainteso quando venne trasmesso per la prima volta nei cinema, l’influenza del misterioso, neo-noir Blade Runner di Ridley Scott è cresciuta nel tempo. Un capolavoro di fantascienza visivamente straordinario e dolorosamente umano». Su Metacritic il film detiene una valutazione di 88/100, sintetizzata con “plauso universale”, basato sui commenti di 10 revisori professionisti.

Luca Biscontini per MondoSpettacolo

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