Film da vedere (o rivedere): ‘Fortunata’ di Sergio Castellito con Jasmine Trinca

di Luca Biscontini

Fortunata è un film del 2017 diretto da Sergio Castellitto su una sceneggiatura di Margaret Mazzantini.

Con la direzione della fotografia di Gian Filippo Corticelli, le scenografie di Luca Merlini, i costumi di Isabella Rizza e le musiche di Arturo Annecchino, Fortunata è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2017 nella sezione Un Certain Regard, in cui Jasmine Trinca si è aggiudicata il premio per la migliore attrice protagonista. Il film ha vinto tre Nastri d’Argento (migliore attrice protagonista a Jasmine Trinca, miglior attore non protagonista a Alessandro Borghi, migliore sonoro in presa diretta ad Alessandro Rolla). Con Jasmine Trinca, Stefano Accorsi, Alessandro Borghi, Edoardo Pesce, Hanna Schygulla, Nicole Centanni.

Trama
Alla periferia di Roma, Fortunata, reduce da matrimonio fallito, lotta quotidianamente per crescere la figlia da sola nel migliore dei modi. Tra mille difficoltà, sogna di aprire un negozio di parrucchiera, al fine di trovare la propria indipendenza e il proprio angolo di felicità.

“Fortunata: aggettivo qualificativo e nome proprio di donna. E soprattutto un destino. È il regista Sergio Castellitto a sottolinearlo nelle sue note nel pressbook di Fortunata, in selezione ufficiale di Un Certain Regard al Festival di Cannes. E il destino della protagonista che dà il nome al film, interpretata con passione da Jasmine Trinca, non è di quelli facili. Separata da un marito violento (Edoardo Pesce, molto bravo) che le vuole portare via la bambina, Barbara (Nicole Centanni), di circa otto anni, Fortunata è sempre di corsa, all’inseguimento di una felicità che non si mostra facilmente. Parrucchiera a domicilio, si sposta dal quartiere popolare in cui abita a Roma (Torpignattara) per raggiungere clienti benestanti e guadagnare abbastanza da poter realizzare il suo sogno, comprare una salone tutto suo.

Un sogno condiviso dal suo amico tatuatore chiamato Chicano (Alessandro Borghi coi capelli lunghi), bipolare e tossicodipendente con madre malata di Alzheimer (Hanna Schygulla, vedi alla voce Rainer Werner Fassbinder) ex attrice di teatro che cita l’Antigone di Sofocle e firma autografi sulle sue foto prima di lanciarle dalla finestra. Per via della separazione dei genitori, la piccola Barbara è problematica e la scuola la manda da uno psicologo dell’infanzia (Stefano Accorsi in camice bianco e sigaro freudiano). Il dottore rimane fulminato dalla visione della bella coatta vestita sempre con il minimo indispensabile, ma anche lui non scherza in quanto a nevrosi. Regalerà a Fortunata un week end da favola con visita all’acquario di Genova e puntata al casinò di Sanremo, che però costerà caro alla parrucchiera. La piccola irrequieta Barbara, affidata alle cure di Chicano, cade dalla finestra e finisce all’ospedale. Per fortuna niente di grave, ma il giudice si affretta a togliere la bambina alla mamma per affidarla al padre, guardia giurata con pistola. Se la situazione sembra precipitare, ancora non abbiamo visto nulla: dai colloqui con lo psicologo-amante, fantasmi inquietanti emergono dal passato della protagonista, mentre il buon Chicano va definitivamente fuori di testa.

Margaret Mazzantini, sceneggiatrice di tutti i film del marito Sergio, firma uno script che farebbe impallidire un melodramma pucciniano, mentre la regia di Castellitto insegue un’idea di cinema italiano del passato difficile da rinnovare oggi. Come dire, le borgate amate da Pasolini viste col binocolo da un terrazzo dei Parioli. Eppure il film può soddisfare la fame di sentimenti di un vasto pubblico (l’uscita ieri in Italia lo ha fatto balzare al primo posto nel box office) grazie all’interpretazione dell’ex musa di Nanni Moretti (e anche della bambina) e persino di una colonna sonora calibratissima: l’Inno alla Gioia cantata in cinese, Friday I’m in Love dei Cure, You are My Sister di Antony, Have You Ever Seen the Rain dei Creedence Clearwater Revival, per finire con Vivere di Vasco Rossi: “Vivere / Anche se sei morto dentro / Vivere o sopravvivere / Senza perdersi d’animo mai / E combattere…””.

(Camillo De Marco, Cineuropa, 24/05/2017)

Luca Biscontini per Mondo Spettacolo

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