Finisce questo anno maledetto.
È già qualcosa, nel Mondo scosso dalla pandemia, dai morti, da vecchi orrori, guerre e torture.
E ci si sente tutti come naviganti alla deriva, nel mezzo di una tempesta della quale non si vede la fine.
Con le tasche vuote e i sogni fermi sul fondo del Mare.
Non si può che resistere, non c’è alternativa.
Augurandoci presto che il vento si plachi, che il respiro torni normale, che scompaiano il virus, le guerre, la cattiveria, le dittature.
Che non si debba più aver paura di stringere una mano, di abbracciare un amico, di ballare insieme.
E che quel Mare Nostro torni ad essere lo spazio nel quale si semina pace, cooperazione, cultura.
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