Fuori luogo

DI ROBERTO BUSEMBAI

E’ primavera davvero, oggi nel prato ho visto l’immensità del bianco: margheritine e giallo di quelli che noi da bambini chiamavamo bottoni d’oro e spruzza pure il sole attraverso nuvole birichine che non vogliono concederci quel giusto innaffiamento per sopravvivere.

E’ primavera e ancora comunque sento che c’è il sole che tarda a scaldare sulla pelle e scivola piano sulle piante con un refrigerio accarezzevole ma non poi tanto intrigante.

A questa sensazione purtroppo, o per fortuna, non so darne giudizio, la sento sulla mia pelle e nel mio sospirare che è sempre più affannoso ultimamente.

Sono Roberto e anche ‘stantio’ e mi lascio innocentemente sorprendere da quegli ‘strani’ accadimenti che vorrei non guardare o stare a sentire, ma basta una rivista, un social o una notizia radiofonica o televisiva, che entra prepotentemente e non si trova via di uscita.

I miei sono solo pensieri, e sono anche tanti non lo nego, pure squilibrati dall’usura delle celluline grigie di un cervello che forse ultimamente tende a sragionare più che a dare indirizzi sicuri, ma io trovo alquanto denigrante e assolutamente fuori luogo quel protervo che si sta verificando sulla salvezza di un’orsa ritenuta ‘ assassina ‘ e la dimenticanza di un essere umano da essa straziato per sua naturalità di agire.

Trovo fuori luogo non il cercare di difendere la sua salvezza da un probabile abbattimento, ma l’assenza di puntare il dito a noi stessi, noi uomini che non siamo capaci di salvaguardare un’esistenza in comune, che sappiamo soltanto parlare parlare parlare…

Opinionisti che nascono come funghi dopo un temporale in un caldo bosco, e tutti a sentenziare, a urlare il proprio pensare come fosse l’unico e soprattutto il più giusto.

Io trovo fuori luogo il non pensare che un domani, potremmo trovarci in tanti a dover essere soppressi da simili ferocie animali, perchè non siamo riusciti a sostenere un equilibrio naturale in conformità alle nostre quotidiane esigenze.

E allora non dimenticate voi che urlate che è quel progresso che ha creato questo,  che, altro non è, se non quello che usate e amate ogni giorno, del quale non sareste più capaci di fare a meno. 

I genitori di quel ragazzo umilmente, come fossero quasi loro i carnefici dell’orsa,  si ritrovano addossati dal vostro egoismo, e da quell’orribile e corrosivo senso di colpa, per essere loro malgrado, in questa situazione, dimenticando ripeto e sottolineo che un giovane, un figlio, ( lo stesso che avete osannato nel giorno di Pasqua, quello ‘deposto’ in una ‘culla per la vita’), ha perso quella stessa vita che tendete a porre davanti a ogni cosa e per la quale ‘pare e sembra’ abbiate a cuore.

Ma l’orsa è più importante, ovvero la vita dell’orsa è importante, per molti, solo in questo momento, forse più per una vostra apparenza e non di quella orsa ( che io spero comunque rimanga viva).  Domani nessuno si ricorderà più di nulla, e continuerete ad inquinare come sempre. 

Forse ricorderete e tornerete a schierarvi quando un altro ‘cacciatore’ avrà recato danno, ipoteticamente, a una rondine o a un gabbiano. Non sarebbe meglio, forse, scendere davvero tra le strade e non restando nascosti sui social, pubblicando la ‘fotina’ toccante dell’orsa con i cuccioli.

Non sarebbe meglio farsi presenti davanti alle istituzioni per urlare che sarebbe il momento di guardarsi intorno e vedere che molto, anzi moltissimo è cambiato, e che se ci troviamo in questo stato di cose è soprattutto colpa loro e  nostra. E il destino di quell’orsa e quel figlio non sono altro che le nostre più grandi sconfitte esistenziali.

A voi pare che quel bimbo, quel batuffolo di vita, lasciato da una ‘povera’ madre per la sua assoluta salvezza, sia una grande cosa, una grande soluzione, mentre io, invece, vedo tanta tristezza in tutto ciò.

La società tutta, quella che anche noi siamo, ha fatto la sua bella parte di ‘ Ponzio Pilato’ lavandosene le mani, salviamo Barabba, ovvero ‘la culla della vita’ e crocifiggiamo la madre, senza avere coscienza che il suo atteggiamento, sofferto e assolutamente straziante, non è altro che un gesto dettato da noi stessi, dovuto alla mancanza di aiuti e sostentamenti, del nostro giudicare e dalla nostra sempre più accentuata discriminazione.

Naturalmente, tutto questo, mi fa soffrire. Ricordo che un tempo c’erano le famose ‘buche’ dei conventi di suore clausura a cui spesso si ricorreva per salvare quel figlio da morte sicura, spesso causata dalla fame, ma nessuno si sarebbe mai permesso di giudicare il  perchè fosse accaduto e perchè quella madre lo avesse fatto.

Era tacita la risposta e coscientemente si sapeva in quali’acque torbide’ si viveva. Oggi si pensa che tutti stiano bene, e il povero, il disadattato, il barbone, l’invalido e il diverso siano realtà distanti, che non devono esistere quindi diventano criticabili e da eliminare, ma la cosa più importante di tutto ciò è salvare l’Orsa, un’onda da cavalcare per seguire il sentimento del momento…

Spero, mi auguro che non sia così e che si vedano i problemi della vita, magari facendo anche qualcosa per aiutare persone ed orsi, non solo questo inutile parlare…

Immagine tratta da Pixabay

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