Gente e Oggi, le letture che ti facevano compagnia

DI GIOVANNI BOGANI

 

Nella vostra camera, quella con il grande letto di tek, c’era il comodino, anche quello di tek, con le tue riviste.

Non eri intellettuale, non c’erano in casa nostra “L’Espresso” e “Panorama”, e nemmeno “L’Europeo”. C’erano “Gente” e “Oggi”. Che erano, ai miei occhi, praticamente uguali l’una all’altra.

Erano grandi. La copertina era di carta appena un po’ più robusta di quella dell’interno. Le pagine erano composte di grandi foto, con lunghe didascalie in grassetto, che erano dei veri e propri articoli, ma relegati a minuscolo piedistallo della foto.

E le foto ritraevano regine, re, principi e principesse. E se proprio non si trovavano, allora qualche diva del cinema.

In una foto c’era Christian Barnard, il chirurgo che per primo aveva operato un trapianto di cuore. Era più famoso di una rockstar, in quegli anni. E con lui, da una rivista all’altra, c’erano Mina, Sylva Koscina, l’imperatrice Soraya, fotografata sempre, per qualsiasi motivo, e lo scià dell’Iran Reza Pahlevi. Avevo imparato a conoscere i loro volti.

C’erano Rita Pavone e Gianni Morandi, Adriano Celentano e Claudia Mori. Era un mondo rassicurante, dove si cantava, si recitava e c’erano re e regine che vegliavano su di noi, comuni mortali, e che dimostravano che l’essere umano poteva essere splendido, ricco, felice. E magnanimo.

Si parlava sempre di ore disperate dell’attrice, di rivelazioni della cantante. Ma contava l’immagine, sempre l’immagine. Come erano vestite, che gioielli avevano, con chi erano accompagnate. E in fondo, oggi in televisione le trasmissioni di Barbara D’Urso e di Mara Venier non sono poi così diverse.

Il mondo lo imparavo lì, da quelle riviste. Non sapevo che “Oggi” aveva una storia antica, e nobile: nata nel 1939, con rapporti da subito difficili con il fascismo, con un direttore come Mario Pannunzio, liberale illuminato; con interventi di scrittori come Elsa Morante, Flaiano, Brancati e Vittorini.

“Oggi” era meglio di “Gente”, lo capivo anch’io. Era più serio, meno appesantito da corone, livree, gioielli. Andava più sulla notizia, guardava più in faccia la realtà: raccontò la morte di Marilyn Monroe, aveva fra le sue pagine i corsivi di Indro Montanelli. Ma tu non lo sapevi, e io nemmeno.

Da quanto tempo li compravi, mamma? E che compagnia ti facevano? Pensavi a Marilyn, a Soraya, a Raffaella Carrà, a Mina, a Christian Barnard? A chi volevi assomigliare? E tutte quelle promesse di segreti svelati, che effetto ti facevano? Il mondo aveva sempre verità nascoste. E tu?

Immagine tratta dal web

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