Giochi nel tempo e nello spazio

DI ANTONIO MARTONE

 

Non saremmo diversi da un qualsiasi altro animale se non avessimo avuto – per migliaia e migliaia di anni – l’interesse a investigare su che cosa vi sia oltre ciò che si vede con i nostri sensi. È la nostra curiosità, dunque, che ci ha spinti a guardare sotto le cose, sopra, dietro, davanti…

Non è solo con lo spazio, tuttavia, che abbiamo assunto dimestichezza, poiché l’uomo ha imparato a giocare perfino col tempo: la nostra mente è penetrata in profondità in ciò che non c’è più e in ciò che non c’è ancora. Quante volte la nostra specie si è issata sul proprio presente con gli occhi fissi su un tempo che non vedeva ma che ricostruiva minuziosamente nella sua coscienza.

Tutte le volte che usciva da uno dei suoi viaggi spazio-temporali, inoltre, l’uomo annotava il suo percorso per poterlo ricordare meglio, e per lasciarlo in eredità alle generazioni future.

Se non avessimo saputo spostarci oltre l’immediatezza dei sensi, no, non saremmo diversi da qualsiasi altro animale.

 

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