Giovanni Girolamo Savoldo, L’adorazione dei pastori

DI ILARIA PULLE’DI SAN FLORIAN

Giovanni Girolamo Savoldo, considerato interprete estremamente raffinato sulla scena bresciana del Cinquecento, a differenza di molti indicati come eredi o successori di Caravaggio, beneficia della fama di precursore di quest’ultimo.

Una sorta di prequel cinematografico, che al netto di quanto accadrà successivamente nella storia dell’arte, permette di intravederne sviluppi ed evoluzione.

Ottimo studioso di riflessi ed effetti luminosi, mentre nella prima parte della sua produzione artistica si concentra su cromatismi vivaci e brillanti, talora mutuati da Tiziano e rivisitati in un’ottica ancora più vibrante, in seguito si attesta su toni più discreti ed introspettivi, non privi di una singolare poesia intrisa di leggera malinconia.

Spesso si dedica alla rappresentazione di soggetti sacri – ha lasciato splendide pale d’altare – ma si distingue soprattutto sotto l’aspetto degli studi naturalistici, immergendo i suoi contesti in analisi dettagliate ed accurate raffigurazioni di sapore fiammingo.

Interessato all’accattivante binomio luce-colore, Savoldo si appassiona allo studio delle tinte, che insiste nel valutare in rapporto alla luce, provocando suggestive visioni non meno impressionanti nell’affrontare paesaggi notturni e raffigurazioni di interni.

L’Adorazione dei pastori, è un dipinto caratteristico e particolare, poiché, al pari di San Matteo e l’angelo, altro dipinto molto conosciuto dell’autore, egli si trova a porre in relazione elementi umani e divini, diventando in tal modo preponderante la resa della luce stessa.

Come ricorda Piero Adorno, sono le stesse fonti presenti sulle scene ad andare oltre le proprie possibilità, sconfinando in una dimensione che ben presto passa da naturalistica a ideale.

Una interpretazione che non può prescindere da quella spirituale, elevando la luce ad elemento di verità e sottolineando la possibilità per ogni individuo di beneficiarne sempre e in ogni luogo, poiché non vincolata al lume in sé, al contrario derivante da quel sentimento interiore che astrae dal resto…

Giovanni Girolamo Savoldo 1480c. – 1548c.
The Adoration of the Shepherds (non datato)
Olio su tavola (84,5 x 119,7 cm)
Washington – National Gallery of Art

scrignodipandora
Latest posts by scrignodipandora (see all)

Pubblicato da scrignodipandora

Sito web di cultura e attualità