Giunse l’estate
cavalcando la notte
d’un giorno qualunque
che il tempo decise
e furon le stelle
dal tempo recise
come se il vento
le avesse disperse
e pronto il fato
le avesse riaccese.
L’inverno impavido
lasciò la zavorra
con tutto il peso
d’antico dolore
e si disciolse
tutta la brina
nei rivoli arsi
d’un cuore sopito.
Tutto quel gelo
da dimenticare,
sì trasformò
in pianto d’amore,
tutte le lacrime
versate a sera
divennero acqua
a dar vita al giardino.
Da terra fertile
nacque una rosa
la prima, la mia,
una rosa d’estate
che perde i suoi petali
per tracciarne un sentiero
su cui i miei piedi
attraversano il cielo
come fossero ali
che indosso la notte.
©® Copyright foto di Teresa Tropiano
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