Gli animali e il gioco

DI DANTE IAGROSSI

Per tutti i bambini, in generale, il gioco è assai importante. Per vari scopi: scoprire le proprie capacità e le inefficienze, per esplorare ambienti di vita ed adottare in essi particolari comportamenti utili, iniziare a conoscere gli altri. In altre parole, per crescere, imparare e maturare.

 

Per quanto concerne il mondo animale, gli animali non seguiti dai genitori devono necessariamente saltare questo periodo ludico, perché subito messi davanti alle necessità basilari di trovarsi il cibo e difendersi da nemici.

Per gli altri, l’apprendistato ludico si esplica in un periodo più o meno lungo, non limitato alla fase giovanile, assumendo varie sfaccettature: motoria, predatoria, con uso di oggetti diversi, sociale. Con un certo dispendio di tempi ed energia.

In ogni caso, il gioco rappresenta una sorta di ginnastica inconsapevole per lo sviluppo del corpo.
Innanzitutto, come suppose per primo l’antropologo Bateson, nel gioco si crea una specie di “finta” comune. Le azioni sono cioè in gran parte mimate. Infatti, si osservano tigrotti che in apparenza si mordono, ma senza farsi male. Insomma i morsi, le unghiate sono “a salve”.

I cuccioli di leoni simulano la caccia, alternando i ruoli di predatori e prede, fino a far finta di mordersi.
Anche le zebre fanno così e si prendono anche a piccoli calci, in modo da essere pronte e addestrate poi a difendersi seriamente dai leoni.

Le madri dei mammiferi si rivelano assai pazienti, ma anche a volte severe, nell’addestramento dei piccoli. Le gatte mamme attirata l’attenzione dei figli con certi suoni,dopo averli aggrediti presentano loro topi morti o morenti , per prepararli a conoscere e catturare le prede vive; quelle di stambecco addirittura scalciano i cuccioli più timidi, per indurli a reagire.

Talvolta il gioco permette di provare e quindi adottare veri e propri comportamenti “salva-vita”.Ad es., i leoni di mare, in situazioni di tranquillità, imparano a cavalcare le onde, abilità che sarà loro vitale per sfuggire agli squali.
Ci sono anche casi in cui il gioco assume insospettabili valenze sociali.

In un parco africano (Etosha, Etiopia),si è verificato che i giochi innocenti dei cuccioli di due famiglie di elefanti, antagoniste per l’accesso all’acqua di rare pozze nel deserto, hanno rallentato le tensioni, favorendo una migliore convivenza.

In un altro parco africano, un turista si è posto rannicchiato , come per dimostrarsi pacifico, di fronte ad una temibile famiglia di grossi gorilla. I cuccioli si sono allora avvicinati a lui, toccandogli i capelli, senza particolari reazioni. Il capofamiglia, dapprima allertato dalla presenza di un estraneo, lo ha poi accettato, sia pure in modo piuttosto guardingo.

Si notano anche precise differenze tra giochi di maschi e di femmine. Ad es., in genere i cuccioli di cervo muto amano giochi motori, evidentemente per potenziare le zampe in casi di fuga. Ma solo i maschi si prendono a testate per prepararsi alle cruente battaglie nella stagione riproduttiva.

Infine a volte il gioco sembra avere scopi esclusivamente di divertimento e piacere, come quando i cani (e non solo) “giocano” a pallone, o gatti che si trastullano con gomitoli di lana. Ma anche in questi casi, forse, la finalità potrebbe essere quella di fronteggiare un nuovo, inaspettato nemico, venuto ad “invadere” il proprio territorio.

Indubbiamente tra tutti si distinguono gli scherzi impertinenti delle scimmie non solo in alcuni zoo, ma anche all’aperto.Uno tra i tantissimi esempi.

Una scimmia vedendo un ragazzo bere da una bottiglia di plastica gli dà un colpo di sotto, per cui l’acqua esce e lo bagna.


(Foto da Pinterest)

 

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