
“Non accettiamo insulti – ha detto la Presidenza francese all’AFP – chiediamo un cambio di passo a Erdogan e di allontanarsi da politiche pericolose in ogni aspetto”.
“Cosa possiamo dire di un capo di Stato che tratta milioni di seguaci di un’altra fede in questo modo – queste le sue parole – faccia una visita psichiatrica“.
Dopo l’omicidio di Samuel Paty, decapitato per aver mostrato in classe le caricature di Maometto in una lezione sulla libertà di espressione, Parigi ha serrato i ranghi contro il separatismo islamico, con misure che incrementano i controlli su luoghi di fede e associazioni e rafforzano la laicità, ma anche investimenti su formazione e politiche abitative.
“L’Islam è una religione in crisi in tutto il mondo“, aveva detto il presidente francese ancor prima del delitto, dopo il ferimento di due giornalisti sotto il palazzo che ospitava la sede di Charlie Hebdo.
Reazione del mondo islamico
Ankara, che peraltro non ha mai espresso il suo cordoglio ai francesi per l’omicidio, sembra cogliere la riforma come un’offesa a tutti i musulmani. In Kuwait e Qatar i centri commerciali hanno iniziato un boicottaggio dei prodotti francesi.
Ci sono state proteste a Gaza. In Giordania il ministro degli Esteri ha condannato la continua pubblicazione di caricature di Maometto con il pretesto della libertà di espressione. Anche se storicamente non è sempre stato così, in gran parte del mondo arabo le raffigurazioni del profeta sono considerate un’offesa all’Islam.
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