Gole del Sammaro

DI SIMONA MAZZEO

Sulle vie che portano all’azzurro di gelide acque sorgive cilentane

Chi è alla ricerca di scenari fiabeschi proverà al raggiungimento della Gola del Sammaro un appagamento emozionale totale.

Il luogo rappresenta infatti uno scrigno di piccoli segreti e misteri immersi in un contesto dalla bellezza superba ed inusuale.

Il fiume Sammaro nasce da acque sorgive perenni alle falde del Monte Purolo nel comune di Sacco e confluisce prima nel Ripiti, poi nel Fasanella e infine nel fiume Calore.

La Gola del Sammaro è una fessura enorme nella roccia calcarea lunga circa 1,6 km. Essa si può ammirare dall’alto percorrendo il ponte sul Sammaro che fu costruito negli anni 60 per collegare Sacco a Roscigno e che con i suoi circa 130 metri di altezza, è uno dei ponti a singola arcata più elevati d’Europa. Da lassù un panorama da brividi permette di contemplare gli Alburni e la Gola.

Ma lo spettacolo più suggestivo viene offerto dalla vista delle sorgenti che sono raggiungibili percorrendo un tratto escursionistico immerso nella macchia mediterranea per circa 20 minuti.

La strada è sterrata e a tratti in pendenza ma con un piccolo sforzo si potrà godere di uno spettacolo senza pari.

Giunti alla sorgente colpisce a primo acchito l’azzurro delle acque sorgive che spicca tra le rocce calcaree bianche. La trasparenza è tale che sembra di potersi specchiare in esse.

La temperatura delle acque è invece molto bassa e infatti se ci si immerge dopo pochi istanti si avverte un formicolio e bruciore simile a quello provocato dal ghiaccio.

A fare da cornice un incantevole portale naturale che sovrasta quell’azzurro e che, se lo si oltrepassa, fa entrare in una dimensione unica.

Giunti alla sorgente varcando l’arco roccioso si può entrare nella grotta che in inverno si allaga e li si è catapultati in una dimensione dalla scenografia inimmaginabile dove grandi rocce carsiche ti circondano e dalle cui rientranze è possibile verificare la storia del fiume.

La rientranza più ampia indica la massima portata e nelle pareti rocciose in alcuni punti è possibile intravedere dei buchi che in passato furono utilizzati per mettervi delle paratie che dovevano far scorrere più velocemente il fiume ma il tentativo fu fallimentare.

Ma la magia e i profumi di questa meta cilentana sono oltre che unici davvero coinvolgenti. I sensi risultano sconvolti da tanta spettacolare beltà del paesaggio e da un silenzio che sembra comunicare pace.

La natura circostante che si specchia nella sorgente genera giochi di colore paradisiaci e sconvolgenti e anche tutto ciò che la attornia ha del fascinoso e interessante.

In particolare a pochi metri dalla polla della sorgente ci sono i resti di un vecchio mulino e annesso deposito a cui non si può rimanere indifferenti.

Ivi si può vedere ancora il cono che era la vasca di raccolta delle acque e con un’osservazione più attenta è facile ricostruire la vita di quel rudere. Quando era in funzione con delle rocce si creavano degli avvallamenti per far defluire le acque che scivolando facevano aprire la paratia per cui l’acqua cadeva giù violentemente e faceva girare la ruota che macinava il grano, l’orzo ed altri cereali. Visitare questi posti è oltre che un’ avventura rigenerante per l’anima un arricchimento culturale e ti accorgi di quanto speciale sia stata l’esperienza vissuta nel momento in cui te ne vai.

Senti subito di aver toccato con mano e regalato ai tuoi occhi qualcosa che difficilmente potrai dimenticare.

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