Gustav Klimt, “La Vergine”

DI ILARIA PULLE’ DI SAN FLORIAN

 

La vergine, appartiene all’ultimo periodo lavorativo di Gustav Klimt, il quale, anche grazie ai colleghi Oskar Kokoschka e Egon Schiele, rivede la propria espressività figurativa, rinunciando al prediletto fondo oro e realizzando una serie di opere connotate da un’insolita calma.

Il dipinto, presumibilmente del periodo 1912/1913, viene proposto a Monaco in occasione dell’XI Esposizione internazionale d’arte, e denota un procedimento esecutivo, da parte dell’artista, innovativo e peculiarmente complesso.

In un turbinio di colori sapientemente accostati ed avvolti al limite della centrifugazione, l’autore austriaco propone una serie di corpi femminili, la cui composizione è dominata da quello centrale, vestito di viola e colto in un momento di stupefacente tranquillità.

La resa nitida e netta dei cromatismi, a differenza di una produzione precedente dell’artista, suggerisce tuttavia un elemento di collegamento tra le due fasi: la decorazione a spirali, simbolo di infinito e immortalità.

Secondo un riferimento, piuttosto evidente, alla sensualità della figura principale, lo stesso dominio visivo dell’immagine – distesa, con le braccia allargate – consente di presumere un modo nuovo di affrontare il proprio risveglio sia affettivo che erotico.

Una potenzialità prorompente, per nulla inficiata dall’immobilità dell’immagine, pronta a rappresentarne le naturali varianti.

Il passaggio da fanciulla a donna, vissuto intensamente, forse a livello onirico: la presenza delle figure seminude, in contrasto con quella vestita prevalente, potrebbero far presumere un’analisi diversa legata ad un alba di stile e seduzione energeticamente imperante, i cui corpi di primo acchito aggrovigliati riconducano ad interpretazioni meno semplici e più convincenti.

Le fanciulle svestite, a contorno-protezione dell’eletta – come ne La Sagra della Primavera, di Stravinskij – delineano l’evoluzione in procinto di iniziare, ma non ancora completata: interessante crisalide atta ad esplodere in figura di carnalità, tuttavia ancora innocente e circoscritta ad un sogno…

Immagine tratta dal web

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