I danni provocati dall’acqua piovana, siamo così certi?

DI RICCARDO ANCILLOTTI

DELL’ACQUA PIOVANA

Che l’acqua sia l’elemento principe della vita, lo sappiamo tutti.
Magari a qualcuno andrebbe ricordato che l’acqua è assai più importante dell’oro, il platino, o il diamante. Solo perché è fondamentale avere una scala di valori su questa vita, almeno fintanto che ci appartiene.

Nel nostro Paese, comunque la stagione delle piogge è ancora quella autunnale. Che parte da ottobre e finisce verso la metà del mese di dicembre.
E’ appunto in questo periodo che le piogge, sono in grado di ristorare le falde acquifere, fondamentali per avere la risorsa di acqua potabile.

Il periodo autunnale, infatti, garantisce uno scorrimento idrico sotterraneo che, ad esempio, in primavera non può avvenire, perché tutta la vegetazione si risveglia ed intercetta l’acqua necessaria al proprio sviluppo.

Mentre quella in eccesso scorre via nei reticoli idraulici superficiali (fosse, canali, ecc.) senza portare alcun beneficio all’accumulo di risorsa idrica nel terreno.
Certo, anche l’inverno dà il suo contributo, con le gelate e la neve , che garantiscono un ulteriore riserva idrica sotterranea da utilizzare nei momenti di siccita’, ma restano fondamentali le piogge autunnali per ristorare come si deve le falde acquifere.

Oggi risulta evidente, che un eccesso di pioggia nel breve periodo, impedisce non solo al terreno di immagazzinarla, ma soprattutto sconvolge i dettati tecnici antropologici, che hanno voluto vedere la possibilità di adattare paesaggi, con il cemento ed il bitume, a necessità surretizie.

Purtroppo la modernità, è stata interpretata per troppo tempo con la necessità di costruire e realizzare modifiche territoriali, senza valutare a pieno quali potevano essere i rischi nel medio e lungo termine, per l’assetto territoriale del luogo. Così oggi, che le piogge, sono più copiose di cinquanta anni fa, assistiamo a disastri che dichiariamo formalmente “non prevedibili”.

Tutto ciò però è un falso storico, che pagheranno le nuove generazioni!
Aver considerato il territorio, un bene inesauribile, produttore di reddito e lucro sconsiderato, ci mette davanti a dover ripensare l’uso ed abuso del territorio.

L’alibi del cambiamento climatico, fa acqua da tutte le parti e non è quella piovana che ristora la natura, ma quella becera e superficiale di chi credeva e crede ancora di aver trovato una miniera d’oro!

Immagine tratta dal web

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