Iannacone ripropone la storia dello scultore non vedente. Ed è di nuovo magia

di Chiara Farigu

In certi programmi televisivi spesso ci si imbatte per caso. Ma quando si viene ‘rapiti’ sceglierli diviene poi un obbligo. Oltre che un piacere.
‘Cosa ci faccio qui’, condotto e diretto da un ineguagliabile Domenico Iannacone, è uno di questi.

Il giornalista salentino è un vero Maestro del racconto. Nessuno come lui riesce a scavare nei sentimenti umani facendo riemergere ricordi sensazioni e stati d’animo  dei  protagonisti delle sue storie. Persone che spesso vivono ai margini ma non per questo sono meno speciali.  Anzi. Com’è appunto Felice.
La sua storia molti telespettatori la conoscono già. Iannacone la raccontò nella passata edizione. Riascoltarla è come per bambino farsi raccontare nuovamente una fiaba. Con gli stessi toni, le stesse pause, le stesse parole, le stesse immagini.
E sin dalle prime si riaccende la magia.
Lui è Felice Tagliaferri e il bambino che gli sta vicino è suo figlio Alberto. La loro storia sembra uscita da un libro di favole che catturano grandi e piccoli sino alla parola fine.   Gli ingredienti ci sono tutti: l’eroe buono, le traversie della vita,  il bene che trionfa sul male.

E’ anche una storia di sofferenza e di riscatto, di buio profondo e di luce intensa.

 

‘Cosa vorresti come regalo di Natale’, chiede il giornalista al bambino che avrà non più di 10 anni e che senza esitazione alcuna risponde: ‘Che il mio papà possa vedere anche per pochi minuti’. Il suo papà, Felice,  è un uomo davvero fuori dal comune, un artista sorprendente, di quelli che lasciano senza parole.

A 14 anni, colpito da un’atrofia del nervo ottico, malattia che non perdona,  i suoi occhi, nel giro di un anno,  si spengono completamente facendo sprofondare nel buio più nero  sogni e  aspettative di un adolescente che si stava affacciando alla vita.

Chiunque al suo posto avrebbe cominciato a maledire il destino che senza preavviso  lo toglieva dall’esercito dei cosiddetti ‘normali’ per arruolarlo suo malgrado in quello dei ‘disabili’. Non lui, non Vincenzo da sempre sostenitore che ‘la vera disabilità è negli occhi di chi guarda, di chi non comprende che dalle diversità possiamo solo imparare’.

E Vincenzo dalla sua diversità  ha imparato alla grande.

Galeotto fu il suo incontro con il marmo. Al quale dare la forma dei suoi sogni. Rendendo così ogni opera originale e personale.  Le sue creazioni sono infatti sculture non viste, che prima nascono nella sua mente e poi prendono forma attraverso l’uso sapiente delle mani, guidate da incredibili capacità tattili.

Vista e tatto si fondono all’unisono in quelle mani che non sono altro che  mero strumento per  plasmare blocchi di marmo per poi divenire opere uniche nel loro genere.

Veri capolavori capaci di regalare grandi emozioni in chi ha la fortuna di imbattersi in esse.

Come il Cristo ri-velato che Felice ha realizzato dopo aver ‘visto’ quello della Cappella di  Sansevero di Napoli.

Non potendolo toccare, per rendersi conto della maestosità dell’opera, Felice se l’è fatta descrivere, centimetro per centimetro. Descrizione durata oltre tre giorni, racconta Tagliaferri, invitando Iannacone a toccare diversi dettagli del ‘suo’ Cristo come l’ombelico, la coscia o le costole che sono la riproduzione delle sue:  ‘ho usato me stesso per avere un modello sempre disponibile’ ha rivelato prima di sdraiarsi sull’opera. per dar prova alle sue parole.

‘Dal buio possono nascere grandi opere, quando do forma alle cose non so dove finisce la materia e inizia il mio corpo’ , racconta lo scultore, invitando Iannacone a farsi bendare per qualche minuto per immergersi a sua volta nel buio e ‘vedere’ attraverso il tatto il mondo circostante.

Con ‘un nuovo sguardo’. Fatto di sensazioni, emozioni, interiorizzazioni di descrizioni altrui fatte proprie.

Oggi Felice è Scultore, Direttore della “Chiesa dell’Arte” e insegnante d’arte.

Un artista a tutto tondo che si nutre di sogni che poi regala a chi è ancora capace di sognare.

Accanto a lui Alberto.  Gli occhi di suo figlio, una finestra sul mondo. Per continuare a sognare.

 

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Chiara Farigu

Pubblicato da Chiara Farigu

Insegnante in pensione, blogger per passione. Laureata in Scienze dell'Educazione, ama raccontarsi e raccontare l'attualità in tutte le sue sfaccettature. Con un occhio particolarmente attento al mondo della scuola e alle sue problematiche