Il caffè che ti conduceva nel passato

DI FRANCO FRONZOLI

 

 

Un vecchio aveva lavorato duramente tutta la vita:« È ora di finire» disse a se stesso.

Ma come faccio a fermarmi?  devo lavorare per aiutare i figli e nipoti.

La schiena  gli faceva sempre più male, la terra era diventata pesante.

Si svegliava presto, salutava la moglie con il solito bacio sulla fronte,  e tornava a casa la sera tardi.  

Portava con se,  nei campi, il pranzo  che la moglie adorata gli preparava.

Un giorno mentre si trovava nei campi una fitta dolorosa alla schiena lo costrinse a fermarsi.

Cercò di riprendersi ma non ce la fece.

Riuscì a sedersi sulla sponda di un pozzo, usato per lavare i panni  e pregò il Signore di aiutarlo.

Si accorse che nell’acqua del pozzo c’era una barchetta di carta che si muoveva verso di lui.

La prese e si accorse che su un lato c’era la scritta : aprimi e leggi.

Lo fece.

Lo scritto diceva : quando torni a casa, vai in soffitta e nel tuo baule militare troverai una caffettiera prendila e quando sei solo, aprila.

Così fece.

Tornò a casa, salì in soffitta e nel baule vide la caffettiera, accanto ad esso, un bigliettino con scritto : sono il caffè del passato, gira il beccuccio e ti troverai nel passato.

Ci starai solo 30 minuti e poi tornerai nel presente.

Girò il beccuccio e si ritrovò nel medioevo, tra carrozze e cavalli e gente allegra.

Guardava in ogni parte e vedeva la bellezza di quei tempi, si stava avvicinando ad una fontana quando si ritrovò nella soffitta.

Erano trascorsi i 30 minuti.

Avendo ancora dolore alla schiena,  rimase un giorno a casa, senza andare nei campi,  per riposare.

Il giorno dopo, mentre la moglie era fuori ad accudire le galline e  i conigli tornò in soffitta.

Girò il beccuccio e si ritrovò  a rivivere quando aveva 10 anni, felice con la mamma ed il papà.

Rientrò alla realtà,  passati i 30 minuti.

La stessa cosa fece nel primo pomeriggio e questa volta si ritrovò da giovane seduto vicino ad un bar, dove si giocava anche al lotto.

Una bella ragazza si avvicinò e gli diede un biglietto con cinque numeri.

«Giocali» gli disse.

Ma appena prese il biglietto in mano scadettero i 30 minuti. Si ritrovò di nuovo in soffitta, ma questa volta con quel biglietto in mano.

Erano i cinque numeri, che gli aveva consegnato la ragazza.

Raccontò tutto alla moglie che commentò : «potrebbe essere un segno del destino, dammi i numeri che li vado a giocare» .

Uscirono tutti sulla ruota di Genova.

Cinquina secca.

Adesso, con la vincita, poteva curarsi la schiena,  rimodernare la casa, aiutare i figli e nipoti.

Chiamò due contadini che guadagnavano poco e niente, con il loro terreno e gli affidò il suo.

Così poté svolgere lavori non più faticosi, stare dove più amava, con chi amava e guardare i due contadini che cantavano e seminavano, cantavano e raccoglievano.

Perché ho raccontato questa storia?

Forse perché se una persona lavora, non si lamenta, sorride ed aiuta l’altro,  troverà sempre una caffettiera napoletana ad attenderlo…

Immagine tratta dal web

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