Il Decreto Sostegni? Un ‘acconto’ da integrare ad aprile con il Def

di Stefano Fassina

Il Decreto Sostegni, approvatovenerdi in Consiglio dei Ministri, contiene tutte misure importanti: per lavoratrici e lavoratori, per le imprese, per le famiglie più in difficoltà, per la campagna vaccinale, l’arma più efficace per riaprire tutte le attività produttive.
Come impostato dal precedente governo, si soccorre attraverso finanziamenti aggiuntivi al Reddito di Cittadinanza e al Reddito di Emergenza anche chi rimane fuori dalle Casse integrazioni; per le Partite Iva, si completa con 1,5 miliardi l’esonero dai contributi previdenziali per il 2021 e si erogano 11 miliardi a fondo perduto. Tuttavia, come ha riconosciuto anche il Presidente Draghi, il Decreto approvato ieri è parziale. Con 32 miliardi a disposizione, non si poteva fare di più data la profondità e l’ampiezza delle attività colpite da Covid e dalle inevitabile misure restrittive.

In particolare vanno significativamente innalzati gli interventi a fondo perduto per lavoratori autonomi, professionisti e imprese e vanno commisurati alle perdite effettivamente subite, non al calo di fatturato. In sintesi, i sostegni previsti nel Decreto vanno considerati un ‘acconto’: con il Def in agenda per metà aprile, il Parlamento deve autorizzare un ampliamento del deficit programmato per il 2021 per un ammontare certamente superiore ai 20 miliardi al fine di poter approvare subito dopo un Decreto di ‘conguaglio’ relativo al 2020 e di compensazione per le perdite aggiuntive registrate nei primi mesi del 2021.
La salvezza di centinaia di migliaia di Partite Iva è condizione necessaria per la ripresa.
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