Il dì di festa

DI MARIALUISA VILLA

La mattina della domenica, il giorno si sveglia piano, con i suoni ovattati, sbadigliando sui tetti delle case con aria assonnata, indugiando sulle stradine, tra i giardini, guardando in lontananza il sole sorgere all’orizzonte.

Osserva le imposte ancora chiuse, la rugiada sull’erba e gli animali che nelle campagne e nelle aie escono dai loro giacigli e dalle tane.
Saluta qualcuno che, di buon’ora, anche se è festa, pedala veloce sulla sua bicicletta per andare al lavoro, ascolta il rumore di qualche tapparella che viene alzata, sorride alla vecchietta che si affaccia per vedere che tempo fa, alla massaia che già stende le lenzuola offrendole ai raggi di un tiepido sole, e gioisce al suono delle campane del paese.

Lentamente, senza fretta, si apre qualche finestra, qualcuno esce sul terrazzino per assaporare il primo caffè della giornata, una ragazza innaffia i fiori sul suo balcone, a piedi nudi, indossando ancora il pigiama, e un giovane papà, seduto sul dondolo davanti a casa, intona buffi vocalizzi al suo pupo sulle ginocchia.

Piano piano, giungono i primi rumori, qualcuno accende un rasaerba, altri una radio, e la musica si diffonde nell’aria, si odono voci di bimbi che giocano, una nonna che parla al telefono vicino alla finestra: ” oggi faccio le tagliatelle, al ritorno dalla messa passa di qui, così ne prendi un po’ per il pranzo.”

Un cane abbaia vicino a un cancello, quando due ragazzini passano veloci rincorrendosi e ridendo forte, mentre un uomo vestito elegante, camminando di buona lena, saluta sbracciandosi il vicino di casa, nel giardino di fianco alla strada principale:”ciao Sandro! Ci vediamo in piazza!”

Piano piano tutto si risveglia e riprende vita, ma senza fretta, senza rincorrere i minuti, senza affanni e senza guardare l’orologio con il timore di essere in ritardo. Oggi non esiste il ritardo, non esiste la fretta e non c’è nulla che ci possa distogliere dal pensiero di rilassarci e di godere di una giornata di festa, di pace.

Possiamo decidere di fare cosa più ci piace, leggere un libro, cuocere biscotti, sorseggiare una bibita al fresco, sotto l’ombra dell’albero nel cortile, ascoltando il cinguettio degli uccelli, decidere di mangiare all’ora che più ci garba, e poi passeggiare, e poi dormire accanto alla finestra aperta, godendo dell’aria che entra e fa svolazzare le tende.

E poi andare, chiaccherare, ridere a crepapelle se ci va, camminando per i sentieri in mezzo alla natura. Dopo cercare un prato e sederci a terra, tra i fili d’erba, sentire i raggi del sole sulla pelle e godere di quel tepore.

E tornare lentamente, al crepuscolo, camminando tenendoci per mano, guardando il grande astro nascondersi dietro la collina, regalando così una pennellata di colore al cielo terso.

Coricarsi e cercarsi, trovarsi per perdersi l’uno nell’altra, prima di addormentarsi, cullati dal silenzio che torna. Sì, oggi è domenica, ricarichiamoci. Al domani, ci penseremo poi.

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