Il duello

DI ANTONIO MARTONE

In un tempo fuori dal tempo, il tempo della poesia, si è svolto il duello più famoso di sempre!

Avevo tredici anni quando venni a conoscenza di quel duello crudele: fino ad allora, ero stato tenuto prudentemente all’oscuro.

L’appresi per caso, poiché un libretto di epica, smilzo e consunto, era finito fra fumetti di vario tipo, allorquando noi ragazzini ce li scambiavano per evitare di comprarli.

Fu allora che lo vidi per la prima volta. Lo colsi in un momento terribile: Ettore stava salutando la moglie Andromaca, con il figlio Astianatte in braccio, per andare a morire per mano di Achille, davanti agli occhi della sua intera città, della quale era duce e difensore supremo.

Quando scorsi, con sgomento impotente, la lancia di Achille fendere l’aria per andare a conficcarsi nella gola di Ettore, piansi a dirotto e, ricordo, fui inconsolabile per diversi giorni.
Non sono convinto di essermi ripreso fino in fondo.

Li vedo ancora bene, infatti, Ettore e Achille, scagliare le loro lance davanti alle mura di Troia, per cercare di penetrare, attraversandoli, gli elmi e le corazze costruite dal Dio Vulcano.

Li vedo ancora, e ogni volta che quella lancia vibra nell’aria, fremo – come la prima volta, quando avevo 13 anni.

Immagine tratta da Pixabay

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